lunedì 10 ottobre 2011

Centro sociale di Portone della Corte, spunta il piano di recupero

10/10/11 - La Giunta di Fondi approva il progetto preliminare. Un altro milione di euro per metterlo in funzione


Spesso a Fondi si è parlato dei così detti “Monumenti allo spreco”, quando ad essere chiamati in causa erano lo stabile dell’ex carcere sito in zona Porta Roma o la struttura abbandonata che doveva ospitare il centro sociale di Portone della Corte costruita all’inizio degli anni ’90 e mai resa funzionante. Ebbene con una delibera della giunta municipale, la numero 330 dello scorso 30 settembre, l’amministrazione comunale ha dimostrato che vuole ristrutturare lo stabile adiacente la biblioteca Dan Danino Di Sarra, o per meglio dire ha iniziato l’iter perché ciò possa essere fatto. Per quanto si legge nel documento amministrativo, l’organo esecutivo ha approvato all’unanimità il progetto preliminare per il “recupero e riuso funzionale del centro sociale dismesso nel Quartiere Portone della Corte”. A dire il vero, più che parlare di ‘riuso’ si sarebbe dovuti intervenire con qualche termine più appropriato che avrebbe spiegato come questa struttura, malgrado abbia visto investiti su di se numerosi soldi pubblici, non è mai entrata in funzione. Al di là dei costi di realizzazione, infatti, nel 2006 l’intero stabile era stato ristrutturato con un finanziamento da 287 mila euro. Poi hanno fatto seguito i nuovi atti vandalici che hanno costretto l’amministrazione comunale a intervenire costantemente con nuovi lavori di restyling fino all’incendio che meno di due anni fa ne ha distrutto gli interni. Ora si riparte con l’approvazione del progetto preliminare e l’introduzione nel piano delle opere triennali del Comune di Fondi. Il progetto prevede un nuovo impegno di spesa di quasi un milione di euro. Precisamente un importo lordo di 975.000 euro che dovrebbero servire a mettere finalmente in funzione questa struttura facendola diventare uno spazio polivalente. Nella speranza che questo ennesimo intervento sia più fortunato di quelli passati.
Simone Nardone