mercoledì 30 ottobre 2013

"Legge 270 bis" - Proposta di modifica della normativa elettorale

Si è tornato a parlare in modo dirompente di riforma elettorale.
Senza entrare nei dettagli di posizioni politiche e partitiche tra chi vuole un sistema più maggioritario, preservando la premessa della governabilità tra gli obiettivi, e chi invece, lavora ad individuare un sistema proporzionale capace di consolidare un sistema politico già in precarie condizioni, non potevo non prendere posizione. 
L'idea di massima è di non demonizzare il sistema elettorale vigente, ma lavorare per poterlo migliorare e garantire un'applicazione più dignitosa di quelle del 2006 e del 2013.
Pertanto sulla base della legge 270 del 2005, si è provveduto a lavorare per improntare un sistema capace di migliorarsi.


Un sistema, però non è pienamente valutabile fin quando non è applicabile. Siccome non abbiamo la possibilità di applicarlo ad elezioni da svolgere, ci siamo limitati a simulare i risultati che avrebbe prodotto nelle elezioni 2006, 2008 e 2013.


Per farsi un'idea completa su ciò di cui stiamo parlando si invitano i lettori a leggere i due documenti citati.

lunedì 28 ottobre 2013

Il Punto - 28/10/2013

Sono seccato dal dibattito mediatico e politico sulla riforma elettorale. C’è chi vuole preservare il Porcellum, chi dice “mai più con il proporzionale”, chi è apertamente per il maggioritario, chi preme per una riforma tanto per modificare quella attuale, salvo poi stigmatizzare che non è importante sia fatta bene; della serie “peggio di questa è difficile”. E ci può anche stare. Ma si può mai tornare al maggioritario? Si può mai fare l’ennesima inversione a U, rivoluzionare nuovamente il panorama politico e il sistema partitico? Roba da addetti ai lavori? Probabilmente sì, ma siccome si tratta di “una regola del gioco” e le regole di solito interessano tutti, sarebbe il caso ce ne interessassimo un po’ tutti

giovedì 24 ottobre 2013

Il falco diventato colomba

www.26lettere.it

23 ottobre 2013

Deve essere arrivato nella vita politica del senatore Claudio Fazzone quel punto di rottura che di arriva in quasi tutte le carriere degli esponenti politici nazionali.

Il senatore fondano, da sempre limpido e chiaro nella linea politica da seguire, berlusconiano convinto, forte del negazionismo sull’evento mediatico del “caso Fondi”, moderato nei temi ma audace nei toni, negli ultimi tempi, o se vogliamo negli ultimi giorni, ha sterzato verso un cambio di rotta e di linea politica.

Prima la designazione, se vogliamo dai tratti spiazzanti, in seno alla commissione parlamentare antimafia. A seguire le polemiche politiche su questa nomina, che ne hanno riacceso la medianicità nazionale, di quello che nel bene o nel male, tutti – ma proprio tutti i media – hanno ritratto come ilpolitico più potente della provincia di Latina.

E poi la svolta. Il falco che diventa colomba. Proprio così, uno dei più grandi fedelissimi berlusconiani che improvvisamente – agli occhi dei più – sceglie la linea morbida, quella dei “lealisti” a Letta, o per come hanno voluto chiamarsi, degli “innovatori”.

Così arriva la firma di Claudio Fazzone nella nota a sostegno della posizione di Quagliariello, Formigoni e gli altri che minacciano la conta, forti di quei 24 senatori (l’esponente fondano compreso) che anche se Berlusconi imponesse la crisi, loro sosterrebbero il governo.

Certo, per chi segue la politica nazionale che si interseca con quella locale, ricorderà che tempi addietro l’esponente del Pdl aveva dapprima iniziato a seguire una linea più morbida, iniziando a presentare interventi, mozioni e proposte di legge firmando con l’ex ministro Pisanu, che come si ricorderà non era proprio un berlusconiano. Ma Fazzone era andato oltre, mettendo il suo nome accanto all’ex titolare del ministero degli interni nel documento definito dei “frondisti” nel maggio del 2012.

Tutti elementi da non considerare scollegati tra loro, ma che al contrario tracciano una bella linea retta sulla posizione del senatore fondano che così facendo, checché se ne dica, è rimbalzato su testate nazionali, finendo addirittura due volte in prima serata grazie a Maurizio Crozza, che nel “Paese delle Meraviglie” del 18 ottobre in onda su La7 l’ha tirato in ballo per la designazione in commissione antimafia e nella copertina di “Ballarò” del 22 ottobre l’ha citato per il sostegno a Quagliariello.

Della serie “l’importante è che se ne parli”, perché la comunicazione politica funziona anche così. Dopo tutto, che sia falco o colomba, ai sostenitori poco importa, quel che importa è che sappia spiccare nuovamente il volo, chissà in quali cieli e verso quali lidi.

*riproduzione riservata*

Fazzone all'antimafia, Crozza ci fa satira politica

www.26lettere.it

19 ottobre 2013

La faccenda Fazzone in commissione parlamentare antimafia arriva anche nella satira politica nazionale. A portarla a La7 il comico genovese Maurizio Crozza, nella prima puntata del suo show in prima serata.

“Noi siamo il paese delle persone sbagliate. O meglio noi riusciamo sempre a mettere le persone sbagliate nel posto sbagliato. Saremmo capaci di mettere un bracconiere alla protezione animali o il capitano Acab a capo di green peace. Ora esagero, saremmo capaci di mettere in commissione antimafia che indaga su Mancino l’ex autista di Mancino”. Così esordisce a ventiquattro minuti dall’inizio della prima puntata del suo show “Il paese delle Meraviglie” in onda su La7 ieri sera (18 ottobre), il comico Maurizio Crozza, mentre dietro di lui, sul palcoscenico appare la fotografia delsenatore del Pdl Claudio Fazzone.

“Nel 2008 il Fazzone – prosegue Crozza indicando il politico fondano – si era opposto con tutte le sue forze allo scioglimento per mafia del Comune di Fondi in Provincia di Latina. Aveva dichiarato ‘è solo un complotto politico e mediatico’. Infatti nel 2011 a Fondi ne hanno condannati in 33. Per un complotto politico e mediatico che per farla breve i giudici l’hanno chiamata mafia”.

“Fazzone ha fiuto per la mafia” conclude il minuto e mezzo di intervento sull’esponente pidiellino, il comico genovese lanciando un paradossale paragone investigativo per concludere il tutto con una battuta sul nucleare di Fukushima e strappare la risata del pubblico.

*riproduzione riservata*

Antimafia, la nomina di Fazzone rimbalza sulle testate nazionali

www.26lettere.it

12 ottobre 2013

Polemiche ovunque per la composizione, arrivata tra l’altro dopo addirittura sette mesi di travaglio, della commissione bicamerale antimafia.

 Diversi i deputati e senatori nell’occhio del ciclone creato dall’opinione pubblica. Tra questi spicca anche il senatore fondano del Pdl Claudio Fazzone. Al di là delle parole della stampa locale a mettere la lente d’ingrandimento sul segretario provinciale del partito di Berlusconi sono stati già diverse testate giornalistiche. Il Fatto Quotidiano è stato il primo a riservare addirittura un editoriale, già nella giornata di ieri appena si è diffusa la notizia della designazione, in cui si ripercorre la carriera politica del più celebre “Claudio” fondano mettendo in evidenza il “non scioglimento” del consiglio comunale di Fondi e le indagini sul presunto abuso di ufficio per le lettere di raccomandazione alla Asl di Latina quando era presidente del Consiglio regionale del Lazio. Il pezzo, a firma di Andrea Palladino è titolato Antimafia, Fazzone: l’ex autista di Mancino che non voleva far sciogliere Fondi, mettendo proprio in evidenza come il politico più potente della provincia di Latina al di là delle ombre rimaste a seguito della battaglia politica sulla commissione d’accesso a Fondi “è arrivata per Fazzone una nomina di peso, all’interno della commissione che si occuperà di dossier delicatissimi. Come la trattativa Stato-Mafia, che vede imputato quello stesso Mancino che ha conosciuto all’inizio della sua carriera”.

Anche l’Espresso, però, è intervenuto sulla notizia citando Fazzone nell’articolo “Antimafia, i nomi che non ti aspetti, nel quale Giovanni Tizian e Nello Trocchia hanno messo la lente d’ingrandimento su sette designazioni ritenute “particolari”. Tra queste un punto è stato riservato al politico pontino, di cui si legge nell’articolo: “Si è battuto come un leone contro lo scioglimento per condizionamento mafioso del comune di Fondi, assecondato dall'allora governo Berlusconi che decise di salvare l'ente locale nonostante fossero provate le infiltrazioni criminali. In ogni sede, anche giudiziaria, ha retto l'impianto accusatorio, la mafia a Fondi c'era, Fazzone parlava, invece, di complotto politico e mediatico – per proseguire con la pesante sottolineatura – nella relazione, redatta dal prefetto Bruno Frattasi, spuntava anche il nome del senatore, ora commissario antimafia”.

Quasi non pervenute, invece, le polemiche politiche locali. Nessuna nota ufficiale da parte di partiti e gruppi consiliari. L’unico che ha commentato pubblicamente la nomina è stato ilconsigliere comunale del Pd di Fondi Bruno Fiore, che attraverso il proprio profilo Facebook, ieri commentando le nomine di Fazzone e Moscardelli ha lanciato una sferzata all’esponente del Pdl “A Claudio Fazzone mi verrebbe di chiedere: come farà a combattere le mafie se ha sempre negato l'esistenza delle stesse nella nostra Provincia?”  

A fare compagnia al senatore fondano, oltre al collega del Pd Claudio Moscardelli, anche Angelo Attaguile, Rosy Bindi, Luisa Bossa, Maria Rosaria Carfagna, Fabiana Dadone, Marco Di Lello, Francesco D'Uva, Davide Faraone, Claudio Fava, Laura Garavini, Antonio Leone, Massimiliano Manfredi, Davide Mattiello, Alessandro Naccarato, Riccardo Nuti, Pina Picierno, Carlo Sarro, Giulia Sarti, Marcello Taglialatela, Andrea Vecchio, Paolo Vitelli, Donatella Albano, Giovanni Bilardi, Anna Cinzia Bonfrisco, Donato Bruno, Enrico Buemi, Elisa Bulgarelli, Rosaria Capacchione, Peppe De Cristofaro, Salvatore Tito Di Maggio, Stefano Esposito, Luigi Gaetti, Mario Michele Giarrusso, Carlo Giovanardi, Miguel Gotor, Giuseppe Lumia, Corradino Mineo, Franco Mirabelli, Francesco Molinari, Luigi Perrone, Lucrezia Ricchiuti, Salvatore Torrisi, Stefano Vaccari, Raffaele Volpi, Dorina Bianchi, Vincenza Bruno Bossio, Ernesto Magorno, Rosanna Scopelliti, Francesco Molinari e Giovanni Bilardi.

Martedì, la prima riunione della commissione in cui dovrebbero dividersi le cariche interne. La presidenza dovrebbe toccare alla quota Pd, in testa sembra esserci Rosy Bindi. Per i due senatori della Provincia di Latina non dovrebbero esserci – il condizionale è d’obbligo – incarichi particolari.

*riproduzione riservata*

Fazzone e Moscardelli nominati membri della commissione parlamentare antimafia

www.26lettere.it
11 ottobre 2013

Parla pontino la nuova commissione parlamentare antimafia. Dopo otto mesi dalle elezioni politiche, il Parlamento ha deciso di designare i componenti di una delle più prestigiose e delicate commissioni bicamerali. A comporla tra gli altri, il potente senatore fondano del Pdl Claudio Fazzone e il collega di Latina del Pd Claudio Moscardelli.

Dopo le pressanti posizioni di diversi parlamentari che avevano chiesto con insistenza nei giorni scorsi, un’accelerata sulla designazione per far sì che la commissione potesse iniziare a lavorare, oggi pomeriggio sono arrivati i nomi dei componenti. Ancora nessuna nota ufficiale dai due rami del Parlamento sull’esatta composizione della bicamerale, ma in molti, tra gruppi parlamentari e singoli deputati e senatori hanno ufficializzato la loro designazione. Tra questi spiccano i due senatori pontini: Claudio Moscardelli del (Pd) e Claudio Fazzone (Pdl).
Martedì prossimo, 15 ottobre, la prima riunione della commissione, nella quale si capirà anche se i due, rimarranno semplici appartenenti alla commissione o se verranno sponsorizzati dai propri gruppi per qualche ruolo particolare.
L’evento di quest’oggi che vede la presenza di due senatori pontini di due schieramenti diversi nella nuova commissione antimafia mette sicuramente in evidenza come anche Pd e Pdl ritengano che il problema delle mafie nel sud pontino è un fenomeno da studiare e affrontare anche con coloro che hanno anche il proprio bacino elettorale nel basso Lazio.

*riproduzione riservata*

sabato 12 ottobre 2013

L'Italia cambi verso


L’Italia potrebbe cambiare verso. Di sicuro le primarie per la segreteria del Pd sono il punto di non ritorno di un partito in primis e di una classe dirigente in secundis. Perché le cinque candidature annunciate siamo ad una vera svolta rinnovatrice nel Pd. Cuperlo più di ogni altro rappresenta le idee della vecchia classe dirigente, Pittella l’outsider che tale dovrebbe rimanere, e poi ci sono loro due: Matteo Renzi e Pippo Civati. Il primo, il grande favorito, il secondo lo sfidante, quello che un tempo gli era amico – anche politicamente parlando – e ora lo sfida perché lo sconfessa.

Ma in cosa si sconfessa Renzi? Perché sinceramente non capisco:

- ha perso le primarie lo scorso autunno e si è messo a disposizione facendo campagna elettorale accanto a Bersani;
- quando il centrosinistra non ha vinto le elezioni, ha invitato i dirigenti a fare un’analisi sulle responsabilità oggettive;
- ha detto che Marini forse non era la persona giusta per fare il Presidente della Repubblica e il suo partito, il Pd ha deciso di votarlo uguale innescando la vergogna dell’elezione presidenziale;
- non ha “trombato” Prodi, al contrario delle accuse, lo stesso Professore in una delle ultime interviste ha dichiarato che da alcune dichiarazioni ha dedotto che il “fuoco amico” è arrivato dai d’alemiani;
- ha sempre detto di essere contro le larghe intese, ma giustamente ha spiegato, che a seguito delle elezioni, è inutile rivotare, poiché il risultato sarebbe lo stesso, quindi, meglio una stabilità al paese.

Poi si può contestare lo stile. Ma non posso sopportare chi contesta a Matteo che gli slogan e il liberismo non sono di sinistra, in un paese dove di sinistra non è rimasta neppure la parola stessa “sinistra” che è stata amputata proprio da chi si diceva di questo schieramento.
Gli slogan non sono di destra o di sinistra, sono uno strumento. Il liberismo non è né di sinistra né i destra, è una strada politica in materia di sviluppo economico.
Sono di sinistra i diritti, quei diritti che in Italia spesso non vengono garantiti. E’ di sinistra fare le cose secondo il giusto, secondo legge, secondo equità, è di sinistra dare speranza. Pensiamo a cosa è, e non a cosa non è.

Io personalmente vedo il nostro paese come è oggi e come potrebbe diventare e non mi piace, per quello voglio che L’ITALIA CAMBI VERSO. E come può farlo se non con MATTEO RENZI?!

venerdì 11 ottobre 2013

Il Punto - 11/10/2013

Alitalia sì, Alitalia no. E’ una mia sensazione o siamo in un deja vù? Me lo domando perché sento parlare di “svuota carceri”, come era nel 2007 e ora di “salvare” la compagnia di bandiera dalle tenaglie di Air France. Ma ci conviene? Ce lo domandiamo? Certo, evitiamo i tagli della compagnia francese che provocherebbero un problema sociale per varie famiglie, ma come si fa a pensare che devono essere le Poste Italiane a salvare Alitalia? Tra l’altro con il coraggio di dire che così si evita l’intervento pubblico. Diretto semmai. Non prendiamoci in giro, è comunque lo Stato, quindi i contribuenti che si mettono le mani in tasca per tentare nella difficile se non folle prerogativa di salvare la compagnia di bandiera. Il mondo si evolve, cambia, a volte sbaglia, ma cambia. Noi? Beh noi ci manteniamo sullo stazionario, non risolviamo i problemi per riproporceli a distanza di cinque sei anni, giusto per avere l’illusione di essere più pronti al secondo tentativo.

mercoledì 9 ottobre 2013

Il Punto - 09/10/2013

Indulto? Aministia? Più che altro parliamo di follia! Apprezzo l’interessamento del Presidente della Repubblica per il tema del sovraffollamento delle carceri, ma a me hanno insegnato che spesso la soluzione non è quella più semplice. Già, perché malgrado la mia giovane età ricordo quell’ultimo “condono” giudiziario a firma Napolitano-Mastella, giustificato come una soluzione momentanea per risolvere il problema nel lungo periodo. Sono passati sei anni, dico SEI e risponsorizzare la stessa cosa mi sembra una presa per i fondelli per tutti i cittadini italiani. “Mai più nessun condono di alcun genere”, tuonavano in molti mesi addietro in campagna elettorale e nel governo Monti. Scusate, come definireste amnistie e indulti voi? Poi…avete mai provato a fare un esame che parli di questi “provvedimenti eccezionali”? Bene riformattiamo la definizione allora, perché a me sembrano abitudinari, da noi. Infine dal mio dente avvelenato sulla questione permettetemi un’osservazione: se abbiamo un esubero di pazienti che facciamo? Penso e spero che troviamo il modo di costruire nuovi ospedali o almeno curarli in altre strutture, voglio sperare che non decidiamo di farli uscire per assenza di posti letto. Lì morirebbe il paziente, qui forse va in coma la democrazia.

domenica 6 ottobre 2013

Cose dell'altro mondo

www.26lettere.it
Scritto da Simone Nardone   
Domenica 06 Ottobre 2013 20:49
L’altro giorno un asteroide di consistenza e dimensioni ‘interessanti’ ha quasi sfiorato la Terra nell’indifferenza collettiva, anche perché nessuno sapeva che stava transitando. Proprio l’altra notte, rientrando a casa mentre ascoltavo questa notizia in diretta alla radio, mi veniva in mente una delle più belle saghe di fantascienza “Men in Black”, dove Will Smith e Tommy Lee Jones si impegnavano a combattere guerre interstellari o attacchi alieni che possano annientare il nostro pianeta.

In questo scenario metà vero e metà filmografico immaginavo se per assurdo della vita intelligente, o quelli che nell’immaginario collettivo  sono i comuni extraterrestri, magari attraccati sulla Luna o al confine del Sistema Solare, scommettessero sull’impatto o meno. E come si fa durante la scommessa si interessassero alla gara sulla quale avevano investito.

In questo immaginario magari osservavano il paese più potente del mondo che non poteva pagare una buona fetta dei dipendenti pubblici perché due gruppi di uomini capitanati da due leader dal colore della pelle diverso tra loro litigavano se era giusto o meno non far pagare il diritto alla salute. Fantastico.

Oppure qualche migliaio di chilometri oltre oceano notavano come degli uomini a pescare non potessero aiutare altri scuri di pelle e di altra nazionalità che stavano affogando perché una legge gli impediva di non farlo. Assurdo.

E più a sud, invece, dovevano osservare quei due occidentali linciati perché accusati di trafficare organi umani di un altro popolo. Tremendo.
Insomma, cose dell’altro mondo!

*riproduzione riservata*

Il Punto - 06/20/2013

Leggi, purtroppo o per fortuna, vanno rispettate in tal caso applicate anche quando sono assurde. Come è assurdo indagare i superstiti di una tragedia per reato di immigrazione clandestina. Ma non si può non accusare una legge vergognosa come questa. L’Europa deve prendere una posizione chiara, limpida e possibilmente anche severa. Ma la severità non può imporre la vergogna di una legge, la “Bossi-Fini” che mai come nella tragedia di Lampedusa mostra tutti i suoi limiti. Nessuno probabilmente ha la ricetta della legge “giusta”, ma il popolo ha il diritto di protestare, la magistratura di operare e allo stesso tempo di farlo notare e la politica di trovare le soluzioni. In poche parole serve un paese che funzioni normalmente, in contenitore Europa che si comporti di conseguenza.  

sabato 5 ottobre 2013

Il Punto - 05/10/2013

“Decadenza”, in diritto, consiste nella preclusione dell'esercizio del diritto da parte del titolare. Per noi comuni mortali, un nuovo termine di uso tecnico che la politica e i media ci hanno portato a incontrare negli ultimi tempi. Eppur decade verrebbe da dire. Perché il voto ieri della Giunta del Senato ha segnato la decadenza da senatore di Berlusconi. Atto vile? Giustizialista? Una maggioranza politica che vuole invertire un consenso popolare? Più semplicemente un voto che in un altro paese si sarebbe chiamato di ratifica ad un dato di fatto. Ma siamo in Italia…si sa…

venerdì 4 ottobre 2013

Il Punto - 04/10/2013

Guardavo le immagini ieri del mare. Quel luogo di svago e vacanze per molti. Di morte e dramma per troppi altri. Pensavo a Lampedusa, al sindaco in prima persona, ma anche alla gente, ai pescatori, ai volontari e agli uomini della Guardia Costiera. Pensavo al limite dell’Europa, a quello della legislazione italiana. Credo che in fondo siamo tutti un po’ responsabili dell’indifferenza, irresponsabili nella morte. Oggi è giornata di lutto, di lutto nazionale. E in questo stato di malessere e tristezza nel cuore rilancio una bell’idea nata in rete: sponsorizziamo Lampedusa Nobel per la pace!

giovedì 3 ottobre 2013

L'arrocco

www.26lettere.it
Scritto da Simone Nardone   
Mercoledì 02 Ottobre 2013

Se quest’editoriale lo avessimo pubblicato ieri sera (1 ottobre) o stamattina il titolo sarebbe stato semplice: “Il re è stato destituito”, o meglio “il re sta cadendo”. Ma come dice Trapattoni “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. E Berlusconi, come un vero felino, di vite ne ha tante e, al di là di quello che dicono in molti, forse ancora non è arrivato a giocarsi la settima.

Effettivamente, oggi il leader incontrastato del centrodestra italiano da un ventennio ha perso un’importante battaglia politica, ma non ha ancora consegnato le armi, né tanto meno è ko. Certo, il governo Letta ha la fiducia, al contrario di quanto lui auspicava e forse potrebbe sopravvivere anche in caso il Pdl berlusconiano togliesse l’appoggio all’esecutivo. Per di più è ineleggibile, ma non è “morto”politicamente e quindi forse è il caso che i suoi avversari politici stiano ben attenti.
Tutti si aspettavano il “giorno del giudizio”, il “B day”, con i numeri che per qualche voto fossero dalla sua o contro di lui, invece niente. Alla fine dei conti, questi quattro giorni e in modo particolare oggi potrebbero essere sintetizzati come una grande, grandissima figuraccia politica personale e di livello internazionale, ma nulla più di questo.
L’unico dato politico degno di nota è che il Pdl e il centrodestra in generale (Lega esclusa) per la prima volta dopo quasi vent’anni, riscontrano la possibilità che possa essere messo sotto scacco il“re”. Per gli amanti del celebre gioco da tavolo, potremmo dire che si è difeso in extremis con un“arrocco”, una mossa estrema per evitare di perdere la partita. Analizzando la questione in termine più “aziendale”, invece, come anche il protagonista gradirebbe, potremmo semplificare che fino a sabato Berlusconi era ancora convinto di essere il socio unico di una ditta individuale, mentre quest’oggi ha dovuto riscontrare di essere il socio di maggioranza di una “società” (= partito)dove ha seri problemi di libertà di manovra all’interno del consiglio di amministrazione.


*riproduzione riservata*