martedì 24 novembre 2009

Viale Piemonte al buio: disagi per gli automobilisti


Viale Piemonte a Fondi è conosciuta da tutti come la strada che costeggia il Mof e fa da raccordo tra via Diversivo Acquachiara e via Stazione. Il lungo viale che da pochi anni è stato rimesso a nuovo è per fortuna molto frequentato di giorno e alla luce del sole, perché di notte chi transita da queste parti deve accontentarsi della luce lunare e i fari del proprio mezzo di locomozione. Infatti chi decide di passarvi nelle ore notturne si renderà perfettamente conto che l’unica illuminazione artificiale che illumina vagamente alcune parti della carreggiata arrivano da dei lampioni all’interno del mercato ortofrutticolo e da diversi stabili che costeggiano la strada. Anche se in alcune zone specifiche - come la rotonda che collega viale Piemonte con via Carrera - la strada è totalmente al buio e come se non bastasse la segnaletica orizzontale che ricorda ai viaggiatori chi ha la precedenza è quasi totalmente assente o cancellata. Ma visto che al peggio non vi è mai fine, continuando a percorrere la strada si arriva alla nuovissima rotonda che immette viale Piemonte su via Diversivo Acquachiara, dove il buio pesto non viene interrotto neppure per segnalare questo importantissimo incrocio. Tra l’altro essendo la via completamente dritta e poco trafficata nelle ore notturne spesso si possono anche incontrare automobilisti o motociclisti che sfrecciano a velocità del tutto al di sopra dei limiti consentiti per legge. Infine da dire che questa situazione è paradossalmente più grave se si considera che i pali della luce sono presenti in tutta la zona e sono presenti su tutto il tratto di carreggiata. Ma per dare risposta a questa strana situazione di poca attenzione da parte delle autorità, bisognerebbe forse prima interrogarsi sul perché a Fondi da ormai diversi mesi ogni notte vi è una zona che rimane al buio; anche se l’illuminazione è predisposta e teoricamente funzionante.

sabato 21 novembre 2009

In difesa dei diritti dell'infanzia


Il 20 novembre 1989 i rappresentanti degli Stati di tutto il mondo, riuniti nell'Assemblea Generale dell'ONU, approvano all'unanimità il testo della Convenzione Internazionale dei Diritti dell'Infanzia. Con quell’atto ai bambini veniva finalmente riconosciuta una rilevanza giuridica internazionale e i principi minimi che spettano ad ogni fanciullo al di là della nazione di nascita. L’importanza di tale atto che festeggia oggi stesso la propria ricorrenza ha fatto si che la Cooperativa Sociale La Viandanza - in collaborazione con l’Associazione La Formica, L’Azione Cattolica della diocesi di Gaeta, l’ARS, il CREIA e il Garante dei diritti dell’infanzia della regione Lazio - organizzasse una bella tavola rotonda dal nome “Ogni diritto resti diritto”. Tutto questo per ricordare e sancire a distanza di vent’anni da quell’evento gli stessi diritti fondamentali: che vanno dal Diritto al Futuro al Diritto al Gioco, passando per quello all’Istruzione, alla Musica e allo Sport. Per tale motivo, l’organizzazione ha pensato di affiancare ad ogni principio fondamentale un ospite di rilievo che porti la propria testimonianza ci come quel diritto abbia importanza nella vita dei bambini. Tutto questo nella splendida cornice di una mostra sui diritti dei bambini, tra le mura del Monastero di San Magno alle ore 19,30. Come ci dice uno degli organizzatori de La Viandanza <<è un’occasione per valutare insieme la situazione locale e generale sui diritti dell’infanzia>>.

Incrocio pericoloso, semaforo lampeggiante


Il semaforo dell’incrocio che fa da raccordo tra via Sassari, Via Cuneo e Via Madonna delle Grazie è di nuovo lampeggiante da qualche giorno; con il grande disappunto di residenti e passanti. Non sono trascorse infatti molte settimane da quando gli operai del comune lo avevano finalmente rimesso in funzione dopo quasi un mese di inattività e tamponamenti su tamponamenti. Infatti l’incrocio in questione è molto pericoloso vedendo confluire su di se quattro traverse decisamente affollate in quasi tutte le ore sia del giorno che della notte. Spesso dunque, complice la fretta degli automobilisti e la poca prudenza generale l’incidente è sempre dietro l’angolo, anche quando il semaforo funziona correttamente, immaginiamoci quando tutto è affidato al buon senso di chi è al volante. Tra l’altro come avevamo prima accennato non è da molto che il semaforo era stato rimesso in funzione dopo diverse settimane in cui era fisso il lampeggiamento, e come ci racconta una ragazza che abita nella zona quando non funziona è difficile che passino due giorni senza che avvenga almeno un piccolo tamponamento, anche se in alcune giornate gli incidenti - per fortuna tutti di piccole portate - possono essere anche più di uno. Una cosa è certa che per chi passa svariate volte in una giornata al fatidico incrocio sa di rischiare di tamponare o di essere tamponato, colpa sia della disattenzione di alcune persone che soprattutto del semaforo non funzionante. Ma nella speranza e la lunga attesa che questo possa essere aggiustato speriamo che - come si dice da queste parti - “non debba scapparci il morto”.

mercoledì 18 novembre 2009

Pista ciclabile da rifare


La pista ciclabile che costeggia parte di via della Stazione, è il classico esempio di cattiva gestione di uno dei pochi spazi verdi e di svago presenti sul territorio fondano. Il manto stradale non viene rifatto da anni e anni, anche per via degli alberi che hanno deformato e creato dune e gobbe per gran parte del tracciato e che creano non pochi problemi a coloro che l’attraversano. Non unico problema per i temerari ciclisti e pedoni che di tanto in tanto devono anche fare attenzione a qualche poco di buono che sfreccia a tutta velocità con scooter e motorini per le strette vie del tracciato. Le panchine, invece che fino a qualche anno fa erano all’incirca una quindicina sono state sradicate e distrutte e le poche rimaste - che possiamo contarle sul palmo di una mano - sono danneggiate e quasi inutilizzabili. I cestini sono stati abbattuti quasi fossero presidi nemici, e i resti di questi, - come delle panchine - si spostano a piacimento dei passanti, senza che nessuno faccia nulla per togliere di mezzo ciò che è danneggiato, magari sostituendoli con pezzi nuovi. Tutto sembra risolto con l’erba tagliata, non considerando che questo è solo uno degli elementi importanti per uno spazio verde che assomigli vagamente ad un piccolo parco pubblico. Neppure la progressiva centralità della pista ciclabile in tutta la zona, per via della costruzione della scuola elementare G. Gonzaga e della Biblioteca e Centro Multimediale, ha fatto si che l’intera area vivesse una seconda giovinezza e un minimo di risistemazione. Così gli scenari di progressivo degrado continuano ad esservi, sotto gli occhi di tutti; chi vuole sfogarsi e distruggere quel poco che ancora non è stato distrutto continua a farlo, e i nonni che magari accompagnano i nipotini a fare una passeggiatina devono fare una caccia al tesoro per trovare una panchina integra sulla quale potersi riposare anche solo per pochi istanti.

martedì 17 novembre 2009

Zona 167 nel degrado


Fondi, zona 167, piazzale delle Regioni. E’ qui che sorge da circa vent’anni questa strana struttura che da rudere è passata in abbandono senza mai entrare in funzione. Fu costruita quando il piazzale delle Regioni della zona 167 ancora non era neppure in progetto e la pista ciclabile stava nascendo. L’edificio in questione era stato pensato come una struttura che dovesse ospitare un centro per gli anziani o magari un centro sociale. Insomma un luogo di aggregazione sociale. Nonostante i nobili intenti, però, lo scheletro è rimasto così per anni, in totale abbandono e degrado; luogo di fortuna per senza tetto e di spaccio per tossicodipendenti. Con la rivalutazione dell’intera area avvenuta con la nascita della scuola elementare prima e del centro multimediale poi, si era ben pensato che quella struttura ristrutturata e rimessa in funzione potesse divenire un ottimo luogo per creare un punto nevralgico dell’intero quartiere inserendo nei suoi locali un piccolo ufficio postale. Ad onor del vero bisogna riconoscere che i lavori sono stati fatti, ma una volta inaugurata la biblioteca lì accanto, la piccola struttura è rimasta in stato di abbandono. <>. Naturalmente non è bastato questo a salvare la zona e la struttura: ora si possono infatti ammirare da lontano scritte a graffiti da ogni parte e ogni prospettiva dello stabile, e spesso capita addirittura che persone di passaggio la usino come servizi igienici. Tutto questo, è un vero peccato, dopo un cospicuo spreco di denaro pubblico.
Simone Nardone

Colpo a San Magno, in manette

Sono finiti in manette i due rapinatori che, quasi due anni fa, misero a segno il colpo quasi due anni fa alla filiale di San Magno della Banca Popolare di Fondi . I due nomi sono: Domenico SEVERA di anni 53 il quale è stato prelevato dalla squadra mobile presso l’abitazione della madre, mentre a Mario ZILLI (51 anni) l’ordine di custodia cautelare è stato fatto pervenire direttamente alla Casa Circondariale de L’Aquila nella quale è attualmente detenuto. Entrambi sono originari e residenti nella Provincia di Roma, nullafacenti e pregiudicati, nonché rapinatori di professione. Ricordiamo che il 2 gennaio 2008 i due rapinatori, avevano messo a segno il colpo introducendosi all’interno della filiale della Banca Popolare di Fondi con dei cappellini e a volto coperto e di conseguenza il lavoro fatto grazie ai fotogrammi estrapolati dalle registrazioni delle videocamere di sorveglianza è stato particolarmente difficile, ed anche per questo per vedere dei frutti si è dovuto aspettare diversi mesi. Inoltre i malviventi, erano armati con un taglierino e uno storditore elettrico e non esitarono ad usare modi brutali e violenti per evitare che un cliente uscisse dalla Banca e per farsi consegnare il bottino. Seguirono la stessa linea d’azione prima di scappare, rinchiudendo personale e clienti nello sgabuzzino creandosi il tempo necessario per la fuga - con altri due complici - con circa 55.000 euro tra contanti e assegni a bordo di una Ford Fiesta di colore grigio che risultò anch’essa rubata. L’unico indizio che venne riscontrato fu l’accento, definito dai testimoni “laziale” o “ciociaro”. Da allora - ha spiegato ieri mattina il vice questore Massimo Mazio - le indagini non si sono mai fermate e grazie alle videocamere sia interne che esterne della Banca e ai fotogrammi selezionati - che praticamente hanno fatto il giro di quasi tutte le Questure presenti sul territorio italiano - la Squadra Mobile di Teramo ha potuto appurare che vi erano evidenti similarità fisiche e somatiche, nonchè di modalità di furto e di modo di vestire di alcuni pregiudicati che avevano compiuto un altro colpo il 14 novembre del 2007 presso un istituto di credito a Villa Rosa di Martinsicuro nella provincia di Teramo. Questo ha permesso agli inquirenti di aumentare il livello di intensità delle indagini, fino a riuscire ad arrivare ai nomi e ai fermi di Severa e Zilli tra l’altro ben conosciuti alle forze dell’ordine di Roma e zone limitrofe. Svaniti, o meglio probabilmente divisi in parti uguali e difficilmente rintracciabili i soldi del bottino. La banda però è sicuramente più grande e quanto meno dovrebbe conoscere altri due componenti presenti nella rapina di Fondi che non entrarono nella Banca ma che parteciparono al colpo: uno facendo il palo, e l’altro che aspettava in macchina per la fuga. La speranza degli inquirenti è di riuscire ad arrestare anche il resto della banda.
Simone Nardone

sabato 14 novembre 2009

Via della Torre nel degrado

Via della Torre è un’importante punto di snodo tra via Spinete I e II da una parte e via Diversivo Acquachiara e Madonna delle Grazie dall’altra. Ma per chi è costretto a percorrerla per rientrare a casa o che imboccandola cerca di evitare il traffico nelle ore di punta, sa perfettamente che lo fa a proprio rischio e pericolo, specie di notte. Infatti gran parte di questa strada è sprovvista di illuminazione, il manto stradale - che probabilmente neppure merita questa dicitura - è sconnesso, danneggiato e presenta svariate buche che assomigliano a voragini e che costringono gli automobilisti a pericolosissimi slalom per evitarle. La segnaletica orizzontale è del tutto inesistente e capire quale sia la delimitazione dello stop diviene un’ennesima impresa. Poi come se tutto questo non bastasse, nella zona girano alcuni cani randagi di grossa taglia che durante il giorno si sdraiano al centro della carreggiata, e nelle ore notturne, spesso costringono gli automobilisti a manovre azzardate per evitare di investirli. Senza considerare il rischio per le persone che in questa zona amano andare in bicicletta o a fare jogging. Questo è un problema non solo di via della Torre, infatti, tutta lo zona, che è nuova e in continua espansione edilizia presenta gli stessi problemi, addirittura all’imbocco della vicina via Spinete da qualche mese si può ammirare un cartello che segnala pericolo, per via del fondo stradale molto danneggiato e sconnesso. Quasi come se le amministrazioni passate abbiano pensato a far costruire dimenticandosi dei servizi reclamati dai residenti, i quali, quasi ogni giorno, sono costretti a chiamare o a scrivere al comune per far si che qualcuno si degni di venire a sistemare o a tappare qualche buca. Sempre continuando a sognare un manto stradale nuovo.

Simone Nardone