La strada si è portata via anche la passione e la voglia di vivere di Davide Antogiovanni. Sì, perché questo è il nome, il volto, dell’ennesima vittima del sinistro di ieri a Terracina dove ha perso la vita il 31enne fondano.
Un nome, un’età, una foto. Questo rimane di solito nelle cronache dei giornali digitali o cartacei che siano all’indomani della tragedia. Ma Davide, come altre vite spezzate via troppo presto, era anche altro.Personalmente, ho sempre temuto nel mio lavoro di arrivare sul luogo di un incidente e di conoscere la vittima.
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Oggi le cose sono diverse, spesso non si va sul posto; ma ad ogni sinistro, ad ogni “mortale” quell’incubo si riaccende. E ieri, ancora una volta, si è trasformato in triste realtà.
Oggi le cose sono diverse, spesso non si va sul posto; ma ad ogni sinistro, ad ogni “mortale” quell’incubo si riaccende. E ieri, ancora una volta, si è trasformato in triste realtà.
Ma Davide, non era solo un volto sorridente, che pure era inconfondibilmente il suo. Non credo ci sia una sua foto in cui non sorrida, in cui un istante prima e uno dopo non stesse scherzando. Perché Davide era questo anche tanto altro: un giovane pieno di gioia, con tanti principi e soprattutto con la voglia di vivere.
Quella voglia di vivere che non può che rimanere come missione come messaggio di speranza – che oggi sinceramente si fatica a trovare – ma che in qualche modo ci lascia a noi come mandato di uno stile tutto suo fatto di tante passioni.
Dal ballo alla moto, dall’Azione Cattolica agli amici, passando per gli affetti più intimi. Sempre con il sorriso sul volto. Davide era – anzi è, perché rimane presente in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo – un ragazzo d’oro, un buono, sincero, felice e innamorato della vita.
In momenti come questi, spesso, non ci sono parole per raccontare emozioni ed alleviare ciò che purtroppo rimane, ovvero un’immane tragedia per la famiglia e per chiunque l’abbia conosciuto. Ma nel rimanere con i piedi piantati in un presente che ci sconvolge e in un futuro che ci spaventa c’è un passato che non possiamo lasciare nel dimenticatoio.
Facile a dire, difficile a fare, ancor di più complicato è rimanere gioiosamente aggrappati a quei ricordi che sono il tesoro di qualcosa che non passerà mai.
Alla fine Davide ci lascia davvero tanto, in quelle foto, quegli sguardi, quelle istantanee di vita. Forse il pensiero più “bello” – se così si può definire in attimi tanto strazianti – sul senso stesso della vita, è quello che dalla Fraternità del Monastero di San Magno ha rilanciato sui social per ricordarlo, attraverso le sue stesse parole del 2014: “La vita è come una candela accesa… se soffocata dai molti muri e barriere che ci poniamo si spegne, se vissuta con sobrietà e libertà splende! Certo la candela come la vita finisce ma la cosa straordinaria è che mentre si consuma dona luce e calore a tutti coloro che ti sono vicini! CHE FANTASTICA STORIA LA VITA!”