sabato 3 dicembre 2011

Mano di Polifemo, Museo di Sperlonga pronto al pienone

03/12/11 - L'esposizione in coincidenza con la Giornata Internazionale per le persone con disabilità


Quest’oggi il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga riaccende i riflettori con l’ennesima iniziativa dal grande peso archeologico e artistico. Infatti, in via del tutto eccezionale, la Direzione del Museo, di concerto con la Sovrintendenza Archeologica Regionale, ha programmato l'esposizione negli spazi museali adibiti alle visite del pubblico, della mano del gruppo marmoreo del Polifemo, reperto che viene attentamente custodito nel cosiddetto laboratorio del Sauro. L’evento a quanto pare secondo le attenzioni che ha ricevuto già nel semplice annuncio delle scorse settimane sarà festeggiato con l’arrivo in quel di Sperlonga di numerosi gruppi di visitatori, molti di più di quelli che affollano il museo archeologico sulla Riviera d’Ulisse durante i fine settimana di questo periodo dell’anno. Secondo gli esperti, infatti, quest’iniziativa dovrebbe attrarre nella giornata odierna non solo gli appassionati d’arte, ma bensì anche numerosi cultori della materia. Entusiasta dell’esposizione della mano di Polifemo anche la direttrice del Museo Marisa de’ Spegnolis, che ha spiegato come in occasione della celebrazione della Giornata Internazionale per le persone con disabilità, la stessa struttura adiacente alla Grotta di Tiberio metterà a disposizione nuove strutture capaci di favorire l’accesso e lo spostamento per i diversamente abili. Ma non è tutto, perché nel frattempo continuano a moltiplicarsi le iniziative per quanto concerne il periodo natalizio. Il Museo, infatti, che già a Pasqua aveva messo in scena la Passione vivente nello scenario del museo archeologico rievocando gli ambienti romani, l’8 dicembre inaugurerà il presepe 2011. La vera particolarità sarà nella collocazione della sacra rappresentazione della nascita di Gesù bambino, la quale sarà ambientata nella Grotta di Tiberio, rievocando così  la grotta di Betlemme di oltre duemila anni fa.
Simone Nardone