giovedì 1 dicembre 2016

Referendum Costituzionale, precedenti e dati dalla provincia di Latina


30 novembre 2016

di Simone Nardone

Siamo alle ultime battute di una campagna elettorale referendaria che ha visto un clima abbastanza acceso anche nella nostra Provincia. Tanti i comitati in favore del “Sì” o del “No” al DDL Renzi-Boschi sul quale tutti gli elettori saranno chiamati a pronunciarsi domenica nelle urne.

In zona sono venuti anche diversi esponenti di spicco della maggioranza e delle opposizioni per cercare di smuovere un elettorato abbastanza consolidato. Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha riempito, non senza contestazioni, uno dei cinema di Latina; il centrodestra con Forza Italia, ha portato Stefano Parisi a Fondi organizzando una vera e propria convention di partito.


Quel che è certo è che in settant’anni di Repubblica e poco meno dall’entrata in vigore della Costituzione, siamo stati chiamati al referendum sulla Carta solo due volte, tra l’altro in epoca molto recente: nel 2001 e nel 2006. Nel primo caso si trattava della così detta modifica del Titolo V, che è materia di nuova revisione costituzionale nella riforma per cui andremo a referendum il 4 dicembre. Il più recente, quello del 2006, metteva in evidenza un cambio di assetti dei poteri istituzionali in modo più incisivo rispetto a quello per cui saremo chiamati ad esprimerci domenica.A meno di una settimana dal voto, merita un’attenzione particolare la questione dell’affluenza su cui pongono molta attenzione gli analisti. Secondo alcuni esperti, infatti, una percentuale di votanti in controtendenza rispetto alle ultime tornate elettorali potrebbe avvantaggiare il fronte dei riformatori. Ma ciò rimane tutto da dimostrare.

Nel 2001 il referendum passò e la riforma costituzionale entrò in vigore, nel 2006 fu respinta. Nel primo dei due casi (la riforma fu scritta dal centrosinistra), l’affluenza in Italia fu molto bassa, nonostante la materia costituzionale, pari al 34% degli aventi diritto. Il 64,2% di questi votò per il “Sì”, ovvero per confermare la riforma, il restante 35,8% si espresse contrariamente. Nella nostra Provincia di Latina, l’affluenza riuscì ad essere ancora più bassa rispetto al dato nazionale, fermando l’asticella al 28,4%. Andarono a votare poco più di 124 mila aventi diritto su 436.721. Più ravvicinate anche le posizioni dei “Sì” e dei “No”, i primi fermi al 53,4%, i secondi al 46,4%.

Nel 2006, la battaglia referendaria fu più accesa rispetto al 2001 e vide due schieramenti più netti contrapporsi. Il centrodestra da una parte (autore e promotore della riforma salvo dei distinguo) e tutte le altre forze politiche all’opposizione. L’affluenza, seppur non altissima, vide a livello nazionale recarsi al voto quasi il 54% degli aventi diritto. Il responso anche in questo caso fu abbastanza netto: il “Sì” attestato al 38,7% e il “No” al 61,3%. In Provincia, anche in questo caso votò una percentuale più bassa rispetto al nazionale, la metà di coloro chiamati alle urne (50%). Più vicine rispetto al dato nazionale le posizioni del “Sì” e del “No”, i primi fermi al 45,3% contro i “No” al 54,7%.

Ad un’analisi seppur superficiale, non essendo possibile sul sito web dell’archivio storico del Ministero dell’Interno, vedere i dettagli dei singoli Comuni sulle consultazioni referendarie, verrebbe da osservare come nonostante il riconosciuto radicamento delle forze di centrodestra in diverse zone della nostra Provincia, questo elettorato è quello che si è maggiormente disinteressato del voto referendario nelle passate due consultazioni referendarie costituzionali. I risultati, a favore in entrambi i casi dell’altro fronte, metterebbero in evidenza questo tipo di andamento, seppur per avere conferme sarebbero serviti degli studi sui flussi elettorali. L’altro elemento da osservare, è quello che sottolinea come per due volte, il dato della Provincia di Latina ha seguito, seppur con un assottigliamento nella forbice, l’andamento nazionale tra le preferenze tra “Sì” e “No”.

Difficile ad oggi fare previsioni su cosa accadrà il prossimo 4 dicembre o quali saranno i commenti e le analisi nella nostra Provincia all’indomani del responso delle urne. Di sicuro guardare al passato è utile per farsi un’idea e non rischiare di rimanere scioccati da risultati apparentemente inaspettati.