Oscar Wilde dispensava “pillole di cianuro” ai suoi contemporanei, spesso, a suo dire vittime della società dell’epoca. Non di rado, il noto scrittore anglosassone, osava accusare o ironicamente “pizzicare” coloro che gestivano il potere, i pari dei politici contemporanei.
“Pillole di cianuro”, forse le meriterebbero anche le forze e i personaggi politici in questo piccolo scorcio d’Italia che si chiama Fondi, dove a solo qualche mese dalla tornata elettorale, salvo qualche “anticipatore” tutto rimane in sconvolgente e tiepido silenzio.
Difficile trovare parole e contenuti per accusare l’ordinaria amministrazione di chi oggi siede sulle poltrone che contano, né tanto meno dare a loro la colpa del “silenzio” politico-elettorale. Si sa, la forza politica è legata anche dalle incongruenze delle opposizioni. Molto più facile – forse – sarebbe mettere l’accento sulla straordinaria amministrazione, sulle vere novità in termini di scelte politiche messe in essere negli ultimi anni, o chiedere – perché chiedere è lecito – cosa è stato fatto per favorire la nascita di posti di lavoro, di supporto concreto al comparto commerciale e produttivo del paese, da sempre motore della Piana. Tanto si sarebbe potuto fare per provocare politicamente. Perché si sa, la politica è anche polemica, ma forse a Fondi no.
Infatti al silenzio non c’è mai fine. Perché se è vero che in molti hanno contestato alle opposizioni locali di non essere “visibili” come una vera alternativa di governo, tutti si aspettavano che a meno di tre mesi dalla campagna elettorale al silenzio formale si sostituisse un chiasso elettorale. Invece, a parlare non sono altro che voci, indiscrezioni, tatticismi, nomi e individualismi asettici che compromettono un panorama politico già vittima di poche parole e tante alzate di mano.
Al momento, se ci si limita oggettivamente a osservare i pochi dati di fatto, nei ranghi delle minoranze non ci sono offerte politiche o proposte amministrative, non ci sono coalizioni, non esistono candidati a sindaco certi – salvo un caso solitario – e tutte le ipotesi accreditabili sono assolutamente prive di fattibilità politica o appeal elettorale. Una questione devastante per una città e una popolazione che meriterebbe altra dignità e altro dibattito politico.
In questo serissimo scenario, un solo schieramento potrebbe arrivare alla ribalta anche a Fondi come già sta facendo nel resto d’Italia, quello dell’astensionismo, che forse punterà a diventare partito di maggioranza anche da noi, o che sarà principale leader d’opposizione.
Forse è vero, come sosteneva Aristotele che “ogni popolo ha i politici che si merita”; e la cosa più intrigante in questa analisi socio-politica è che lo stesso popolo tende sempre a legittimarli quei politici. Personalmente, ritengo il diritto di voto, per la sua peculiarità di grande potere malgrado la percezione di minima responsabilità sociale, da esercitare sempre con grande criticità e senso di proposta; ma se si finisse per non legittimarli più? Oggi più che mai, i pochi che sono già partiti con la campagna elettorale lo sanno bene: non bisogna convincere a votare per se al posto che qualcun altro. Bisogna convincere i cittadini ad andare a votare. Ma se si continua di questo passo probabilmente non si farà la fila ai seggi la prossima primavera.