Avvenire - Lazio Sette
Si tratta di una quaresima, ma molti hanno trovato il modo di giocare con le parole, perché in un certo senso siamo in qualcosa che molti associano alla “quarantena”. Sono le misure per contrastare il coronavirus, seppur ricordiamo che queste parlano di “Italia zona protetta” e non di “quarantena” per tutti, seppur vige sempre più forte lo “stare a casa”.
Detto tutto ciò, in questo periodo sono certamente cambiate le nostre abitudini. Il virus ci sta facendo cambiare a colpi di decreti di urgenza, che come sono stati spiegati dai massimi organismi istituzionali nazionali, regionali e locali sono necessari per poter ridurre la possibilità di contrarre il nuovo coronavirus. Misure che non sono state sempre facilmente accettate dalla maggior parte dei cittadini, anche della nostra zona, ma che come ci ha dimostrato la Cina e come ha spiegato l’Oms dichiarando la pandemia, si tratta di decisioni che servono per porre un argine ad una soluzione che al momento sta spaventando l’Italia e il mondo. Ma in tutto ciò prosegue la quaresima, seppur con chiese chiuse e nella preghiera e nella fede personale. In questo, se possibile, i social e i media danno una mano.
Una mano a cercare di passare il tempo in modo adeguato, a cercare di farsi venire idee e pratiche utili, a migliorare le abitudini o riscoprire valori e usanze, ma anche a pregare. Sì, può sembrare assurdo ma i social possono servire anche a quello. L’Ufficio per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Gaeta, ad esempio, a seguito delle ultime normative emesse dal governo e dopo la nota della Cei ha deciso di trasmettere sui media diocesani la messa in diretta video su Facebook sulla pagina dedicata dell’arcidiocesi e in audio su Radio Civita InBlu. La messa è in diretta tutti i giorni dal lunedì al sabato alle 18 mentre la domenica va in diretta alle 11.
Oltre a questo, in radio è possibile
partecipare a diversi momenti di preghiera ogni giorno, come il Santo Rosario,
l’Ufficio delle Letture e le Lodi mattutine, la Compieta, la Via Crucis e
l’Angelus domenicale di papa Francesco. Si tratta della modalità più diretta e
che arriva a tutti per fare in modo che chiunque possa arrivare a ricevere il
messaggio di Dio in questo periodo, dove sembra che tutti ci sentiamo più
spaesati e impauriti da un’emergenza che è diventata di carattere mondiale. Ma
proprio per questo, la preghiera può aiutare a guardare a una Pasqua che possa
portare con sé speranza e resurrezione.