Era il 4 marzo scorso, quando in piena bagarre da primi casi di Covid-19 in zona, si è iniziata ad alzare la “polvere” attorno a Fondi. Polvere diventata un polverone nel giro di poche settimane, tra allarmismo, notizie spesso difficili da verificare e un insieme di fake news che hanno trasformato anche il panorama dell’informazione in un vero marasma.
Intanto, passano i giorni e si allontana la data fatidica del 19 marzo, quando con la prima ordinanza la Regione Lazio ha di fatto chiuso la città di Fondi confinandola in “zona rossa”. La vita nel frattempo scorre, tra le mura domestiche – soprattutto –, i negozi di prima necessità e la voglia di uscire. Sì, perché malgrado se ne sia parlato tanto, le persone continuano ad uscire. Sicuramente molto meno di come stava accadendo prima del 19 marzo scorso, ma continuano a farlo. Lo si fa principalmente – e si spera esclusivamente – per situazioni di primaria necessità: per questioni improrogabili di lavoro e per approvvigionamenti, ovvero per andare a fare la spesa o per rifornirsi di medicine. Intanto, purtroppo, i casi di Covid-19 continuano ad essere riscontrati giorno per giorno e riportati sul bollettino dell’Asl, dove, salvo una singola uscita, Fondi non viene mai “dimenticata”.