“Francesco
va’, ripara la mia casa!” È con questa frase e tutto il senso che si porta
dietro, che i frati minori di Fondi chiamano a raccolta i fedeli della
parrocchia di San Francesco e non solo. Un problema, infatti, di tipo
strutturale, attanaglia il tetto della storica chiesa locale. Un problema serio
che, a seguito del maltempo dello scorso dicembre, è venuto completamente alla
luce. Una trave si è spaccata, altre sarebbero incurvate o lesionate e l’intervento
non può attendere. C’è un bel problema, ovvero la cifra importante necessaria
per affrontare i lavori.
Servono addirittura 110 mila euro per riuscire a
ultimarli e risolvere i problemi strutturali una volta per tutte. Da qui
l’appello dei frati, ma un appello che va oltre la semplice sensibilità di
fedeli per un tetto che copra le teste di chi vuole assistere alle funzioni
liturgiche. Dietro quell’appello “Francesco va’, ripara la mia casa!”, c’è
molto di più, c’è un messaggio profondo che parte dalla vita del santo di
Assisi e dalla storia della chiesetta diroccata di san Damiano e quella voce di
Dio che si manifestò osservando il crocifisso. Ma c’è anche ciò che san Francesco
capì successivamente, ovvero che riparare la casa del Signore non voleva dire
soltanto ricostruire una chiesa; Francesco capì che il crocifisso non gli
chiedeva solo di risistemare la chiesa fatta di pietre, gli chiedeva
soprattutto di risistemare la chiesa fatta di persone. Una sfida che nella
lettera dei frati minori di Fondi rivolgono alla loro comunità e appellandosi
alla Divina Provvidenza. Dopo tutto, riparare il tetto di una chiesa nulla è se
non un gesto verso gli altri, dando la possibilità di avvicinarsi a Dio
attraverso la preghiera, attraverso l’essere misericordiosi. Dalla parrocchia
di san Francesco in Fondi ricordano che le eventuali offerte possono essere
consegnate ai frati oppure tramite Conto Corrente che ha il seguente IBAN IT 12
B 05296 73972 CC0140024267 intestato “PARROCCHIA SAN FRANCESCO D’ASSISI – Banca
Popolare di Fondi” con la causale “donazione per lavori e restauro chiesa”.
Avvenire - Lazio Sette