domenica 3 luglio 2016

Differenziamo "porta a porta" rivendicando il segno di civiltà

Stamani ho appreso (casualmente), che tra domani e venerdì partirà anche a casa mia la differenziata "porta a porta". Personalmente, per essere uno che si è sempre definito progressista, non esito ad affermare che credo che sia una buona cosa, che doveva farsi già da diverso tempo e che siamo in ritardo. Ma meglio tardi che mai. Molti nostri concittadini però sembrano non essere pronti e per di più appaiono contrari a quella che è una vera rivoluzione, per di più culturale.

È un segno di civiltà e come tutti i segni di civiltà ha dei costi, quello della porta a porta ce lo vedremo recapitare come imposta locale che aumenterà. Ma che si vuole fare? È così, e a doverci adoperare per una gestione dei rifiuti diversa ce lo impone la natura e la storia. Adesso tocca a noi, verrebbe da dire andando oltre quello slogan "È l`ora della differenziata" che tanto ci ha fatto domandare quando fosse davvero l`ora per poi rendersi conto che l`ora è paradossalmente arrivata senza che ce ne rendessimo conto. 

Oggi tutti ci domandiamo (o almeno dovremmo farlo), se questo passaggio epocale poteva essere fatto in altro modo. Personalmente credo sia quasi inutile portare avanti proprie teorie che non possono fondare le ragioni nulla tranne che su semplici opinioni e quindi opinabili. Personalmente credo sarebbe stato auspicabile almeno un`indagine seria sulla valutazione di un piano di raccolta che permettesse a noi cittadini-contribuenti di vedere nel tempo (e negli anni) il servizio ripagarsi in base al riciclo, constatandolo sulla tassazione che sarebbe dovuta scendere. Così non sarà, ma non lo sarà anche perché è opportuno e giusto riscontrare che comuni a noi vicini con gestioni di quel tipo hanno avuto (o stanno avendo) diversi problemi di raccolta dell`immondizia. Una difficoltà, che si sarebbe potuta amplificare su un territorio vasto e complesso come quello di Fondi. 

Certo come tutte le rivoluzioni ci vorrà del tempo per far abituare anche solo all`idea i cittadini. Ci vorrà tempo, mentre intanto aumenta un fronte immaginario dei contrari. L`altro giorno in una chiacchierata fra amici si scherzava sul fatto che se si votasse a settembre per il rinnovo dell`amministrazione locale cadrebbe l`attuale maggioranza (o al massimo rischierebbe). Una situazione che seppur paradossale forse mostra l`importanza dell`impatto di tale rivoluzione su tutti i cittadini. Probabilmente la più incisiva azione amministrativa degli ultimi venti anni, sicuramente degli ultimi cinque. Ma ad onor del vero questa è anche una delle "riforme" locali bipartisan, forse l`unica dell`epoca recente. Perché la proposta concretizzatasi nel De Meo I arrivò dalle opposizioni di centrosinistra, poi sposata dalla maggioranza di centrodestra. Ma guai oggi a metterci il cappello, potrebbe diventare un autogol. Così nessuno la sponsorizza e tutti se la vedono arrivare a casa come quella cosa che “si doveva fare” perché ce lo impongono dall`alto. Chissà forse oggi o domani sentiremo dirci che ce l`ha detto l`Europa, vista la moda. Eppure c`è chi oggi, come ieri, avrebbe esultato per una rivoluzione culturale di questo tipo nella nostre città. Mi vengono in mente diversi nomi di chi s`è speso per anni per cose come queste e oggi non è qui a vedere questo passaggio, che sicuramente avrebbe criticamente apprezzato.

Sì perché i fondani sono quel popolo un po` pecorone un po` sognatore, di grandi menti e immensi faticatori, che rompono su tutto ma che dimostrano saggezza e pazienza in situazioni come queste dove bisogna oggettivamente affermare che le rivoluzioni (specie se sono culturali e non di piazza) vanno fatte per gradi, informando e maturando una consapevolezza nella gente che oggi si vede consegnare le pattumiere garantendo dei tempi per l`inizio e domani si vede togliere i bidoni nelle strade. Gente che si sente assicurare un dilatamento dell’inizio della porta a porta, pianificata per zone, salvo poi constatare un`accelerata generale (forse constatando che dopo l`estate c`è ottobre, e che metterci accanto il termime “rivoluzione” avrebbe rischiato di evocare strani spettri). L`accelerata però ha portato con se dei problemi, con i bidoni che strabordano in varie aree della città e l`inciviltà di qualcuno, che si è dimostrato timoroso del cambio di conferimento della spazzatura decidendo di riciclare l`intera abitazione, come se l`avvento della porta a porta rappresentasse la fine di un`epoca, e tutto ciò che si trovava dentro casa andava buttato via per sempre.

Malgrado ciò, la pazienza, che è da sempre una delle nostre prerogative come dicevo prima, va allenata. Io personalmente ho deciso di farlo, dedicando un po` del mio relax sul nostro amato mare di Fondi, studiando cosa, come e dove conferire i rifiuti. Perché non si può fare una rivoluzione culturale senza studiare e senza agire. E io, come tanti, avrò la fortuna di dire ai miei figli e ai miei nipoti di aver visto questa evoluzione. E ho la speranza, più che la certezza, di poter raccontare questa cosa dicendo che sia stato qualcosa apprezzato da tutti, o quasi.