lunedì 31 luglio 2017

Innalzamento mari, secondo Flood Maps sud pontino a rischio

da www.h24notizie.com

30 luglio 2017

di Simone Nardone

Dopo anni di annunci e decenni di ricerche, anche a seguito degli accordi di Parigi prima stretti e ora da alcuni rimessi in discussione, oggi più che mai si torna a parlare di cambiamenti climatici.

Ultimo grande evento che preoccupa gli studiosi sono questi enormi iceberg che si stanno staccando dai poli, con impatti sulla natura di cui ancora non si ha la misura della portata. Nel medio periodo, quello che desta maggiore interesse è l’innalzamento dei livelli dei mari. Nei giorni scorsi la rivista Quotidiano Natura ha condiviso il progetto denominato “Flood Maps” che cerca di incrociare i dati della Nasa con quelli di Google Maps, almeno secondo quello che si legge nell’articolo.

Per leggere l'articolo originale cliccare sul link di seguito: http://www.h24notizie.com/2017/07/innalzamento-dei-mari-secondo-flood-maps-sud-pontino-rischio/


Il pezzo è titolato “Quali città scomparirebbero se il livello del mare si alzasse di 7 metri”, ma la curiosità più grande è stata quella di utilizzare Flood Maps per vedere come cambierebbe la geografia delle nostre zone, con tanta costa turistica e molta piana bonificata negli ultimi secoli. Come annunciato aprendo il sito e spostandosi sulle coordinate del sud pontino le immagini sono davvero inquietanti. Il mare rientrerebbe nella terra ferma e non poco. Tutta la Piana di Fondi, Terracina e gran parte dei borghi a nord di quest’ultima sarebbero “inondati”. Ma sette metri è comunque una stima di innalzamento dei livelli che non dovrebbe preoccupare il nostro secolo, sempre secondo le ricerche più accreditate.

Su Flood Maps, però, è possibile anche cambiare i metri ipotetici di innalzamento dei mari, al che abbiamo provato a seguire la teoria, comunque allarmante, dell’innalzamento di circa tre metri entro il 2100 se non si contiene aumento delle temperature, partendo proprio dai tanto discussi accordi di Parigi. Una teoria che potremmo impropriamente definire “più realistica” ci mostra comunque degli scenari catastrofici per le stesse zone citate prima e che vedrebbe pezzi di costa anche più a sud, tra Sperlonga, Gaeta e Formia letteralmente divorati dalle acque del mare.


Ad onor del vero, abbiamo provato anche a portare il livello a “zero”, rendendoci conto di come alcune zone suddette vengono comunque lievemente colorate di blu. Questo perché come si sa alcune aree geografiche sono al di sotto del livello del mare e riescono a non diventare pantani proprio grazie al lavoro della bonifica che continua tutt’oggi. Certo, un eventuale innalzamento dei mari potrebbe comportare un problema non di poco conto. Difficile credere o almeno immaginare che i fondani tra ottant’anni siano costretti a migrare in massa tra Lenola, Itri e Monte San Biagio o che per buttarla sullo scherzo, che i terracinesi si concederanno dei tuffi da Monte Giove.

Il progetto Flood Maps probabilmente, anche non essendo realistico al cento per cento, serve a mettere tutti in pre allarme. Una sorta di sensibilizzazione indiretta che costringe tutti i cittadini del mondo a sentirsi coinvolti. Quel che è certo, però, è che qualora le teorie sui drastici cambiamenti climatici non dovessero avere torto, per lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti qualcosa che assomigli ai territori che noi abbiamo vissuto, bisognerà pensare a delle dighe o qualcosa che comunque avrà un impatto notevole sul territorio. In caso contrario il mito di Atlantide lo costruiremo in casa, anzi, ce lo ritroveremo dove abbiamo casa oggi.