14 giugno 2017
di Simone Nardone
All’indomani dei risultati elettorali, in attesa della proclamazione degli eletti, anche a Gaeta si fa l’analisi del voto. Le amministrative dell’11 giugno hanno decretato senza se e senza ma che il sindaco di Gaeta per i prossimi cinque anni sarà ancora Cosmo Mitrano e la coalizione che lo ha supportato.
Una decisione che democraticamente i gaetani hanno espresso con quasi 7 mila preferenze al sindaco uscente, pari al 55,70%. Un risultato forse oltre le aspettative anche per Mitrano stesso, con i sondaggi che lo davano attorno alla fatidica soglia del 50% ma mai al 55. Un incremento in termini di voti rispetto a cinque anni prima di quasi mille preferenze ma soprattutto dell’11,70%. La trasversalità di chi aveva ricoperto il primo mandato con la casacca di sindaco di centro-destra a quanto pare ha pagato. Dopo tutto, Mitrano è il primo caso di alleanza elettorale in provincia tra Pd e Forza Italia, sotto le mentite spoglie civiche. Difficile dire, come qualcuno ha provato a sottolineare che l’espressione politica non c’era, più giusto sostenere che c’erano entrambe. Dopotutto basta leggere delle soddisfazioni bipartisan dei due senatori pontini: il forzista Claudio Fazzone e il democratico Claudio Moscardelli.
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Alla fine dei conti la maggioranza consiliare di Mitrano sarà più ampia e variagata di quella dell’inizio della scorsa legislatura, potendo contare su 11 consiglieri (uno in più della volta precedente).
Negli altri schieramenti, invece, non c’è nessuno che può permettersi il lusso di festeggiare. Non può farlo Massimo Magiozzi, che comunque ha riscontrato una discreta affermazione personale grazie alle 2.389 preferenze pari al 19,05%, comunque un +7,70% dell’ala a destra di Mitrano rispetto al passato. Ma non può esultare neppure Luigi Passerino, che forte di cinque liste si è fermato alle mille preferenze pari all’8,08%. Deluso sicuramente dal risultato anche Emiliano Scimicariello che sembra non essere riuscito a spostare su di se i voti dei democratici, fermandosi al 5,76%. Batosta elettorale anche per Antonio Raimondi che ha ottenuto solo cinquecento preferenze e appena il 4,12% pari a -13,08% dalla passata tornata.
Flop anche per il Movimento Cinque Stelle con Laura Vallucci che sicuramente sperava in qualcosa di meglio del 3,74%. Stessa cosa per Benedetto Crocco di Rifondazione che praticamente ha ottenuto lo stesso risultato di cinque anni prima intorno al 2%. E infine a chiudere l’elenco Mauro Pecchia di CasaPound Italia che si è fermato all’14%.