3 marzo 2016
di Simone Nardone
Mattina intensa di cultura ed emozioni all’ITE Libero De Libero di Fondi, dove ieri è stato ospite lo scrittore, archeologo e giornalista Valerio Massimo Manfredi. Autore di oltre venti romanzi di carattere storico. Manfredi ha catalizzato l’attenzione dei più giovani su varie tematiche, parlando in particolar modo del suo approccio alla scrittura, ma anche alla storia e all’archeologia.
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L’evento previsto per le 10, è stato a anticipato di un’ora a causa di un volo che doveva portare il noto scrittore italiano su un sito archeologico lontano dall’Italia, ma “ci tenevo a venire” ha spiegato prima di salutare con un sentito “spero ci rivedremo presto”. Malgrado il poco tempo a disposizione e quell’orologio al polso che guardava con fare intermittente, Manfredi si è concesso a numerosissime domande, dando ovviamente la precedenza agli alunni del De Libero, per poi passare agli esterni; anch’essi sempre numerosi in queste occasioni di approfondimento culturale. In una palestra piena come sempre, diversi gli spunti di riflessione che Manfredi ha preso in considerazione per rispondere alle domande che gli venivano poste, senza mai cercare di sfuggire al quesito. “Fare l’archeologa oggi è difficile, ma se sei brava brava brava e senti che è la tua vocazione devi provarci” ha spiegato ad una ragazza che gli aveva domandato di quella che è la sua principale formazione professionale. Curiosa e di pancia anche la risposta a chi gli chiedeva come prendere emotivamente la distruzione della cultura occidentale che il terrorismo sta attuando in alcune parti del medio oriente. Manfredi, infatti, ha esordito: “Lo abbiamo fatto anche noi. Abbiamo distrutto Olimpia e non solo. Lo ha fatto il cristianesimo. Certo, questo non li giustifica. Anche perché noi lo abbiamo fatto oltre cinque secoli fa. Ma ci sono già dei progetti, ricostruiremo tutto”.
Viaggi, scavi, luoghi che hanno toccato la storia e questa storia resa al servizio delle narrazioni del noto scrittore italiano, che prima di leggere alcuni passi del suo ultimo romanzo “Teutoburgo” (Mondadori, 2016), parlando della sua opera e di quello che stava per leggere ha affermato: “Quella fu una sconfitta, e prima della battaglia ho immaginato come siano andate le cose. Che credo verosimilmente siano andate proprio così come io le ho raccontate”. Per poi proseguire nello spiegare l’ambientazione, in una delle disfatte militari dell’Impero Romano e concludere la sua premessa al racconto in questo modo: “Uno storico deve essere imparziale quando scrive, ma il narratore no. Ed io, ovviamente, tifavo per noi”.