22/01/12 - L'intervento di Orfeo Notaristefano al convegno nella parrocchia di San Paolo di Fondi
“La legalità non è un optional”. Queste le parole del giornalista e scrittore Orfeo Notaristefano che sabato sera è stato nella parrocchia di San Paolo apostolo di Fondi per partecipare all’incontro-dibattito “costruire una rete di legalità”. “Mi piace essere chiaro – ha precisato il relatore – e per questo voglio ribadire che l’antimafia si deve fare senza distinzioni politiche tra centrodestra e centrosinistra”. Un’affermazione non estemporanea nel salone parrocchiale della chiesa di Portone della Corte, dove sedevano in prima fila sia il sindaco Salvatore De Meo del Pdl che il capogruppo del Pd in consiglio comunale Bruno Fiore. Alcuni passaggi, anche se marginali il giornalista calabrese le ha volute fare anche su Fondi, oltre che sul sud pontino e sulla criminalità organizzata in generale: “Fondi non è un paese di mafia, perché i cittadini di Fondi sono dei gran lavoratori. Ciò non toglie che come è sbagliato dire Fondi è uguale mafia, così è sbagliato dire che a Fondi la mafia non c’è”. Accorato anche l’invito più volte fatto da Notaristefano “costruiamo insieme davvero questa rete di legalità, ma facciamola partire da qui questa sera”. Un appello che si è concluso con la promessa di tornare a Fondi per riparlarne e per fare il punto della situazione. Sul tema sono intervenuti anche il direttore del Mof Stefano Nardone che invitato a prendere la parola ha spiegato come “è normale che una grande realtà come il mercato ortofrutticolo attiri anche la criminalità organizzata, ma noi dobbiamo essere bravi a coltivare la cultura della legalità giorno dopo giorno”. Anche il primo cittadino De Meo ha lasciato il segno con un lunghissimo intervento rilanciando: “Il tema della legalità è un tema che appartiene a tutti. Per quello quando qualcuno rivendica queste tematiche le ritengo delle voci stonate”. Anche lo stesso parroco don Mariano Parisella ha voluto metterci del suo spiegando come “la legalità si costruisce interessandosi l’uno della sorte dell’altro”.
Simone Nardone