Il 71esimo Festival della canzone italiana di Sanremo lo vincono (in parte a sorpresa) i Maneskin.
Ma vince anche Fiorello a cui l'amico e direttore artistico assegna il premio Città di Sanremo.
Ma vince anche Amadeus, la Rai, l'organizzazione e la stessa città ligure, perché siamo onesti, era più facile non farlo questo Sanremo.
In un certo senso ha vinto anche Achille Lauro che grazie alla sua musica e a quei messaggi poco scontati credo abbia aiutato a stimolare riflessioni poco convenzionali.
Sì, perché se il Festival è una tradizione è altrettanto vero che questa edizione, fuori da ogni liturgia, ci ha fatto andare oltre il tempo che viviamo, seppur frastornati dal rumore, che non è chiasso anche se ha un suono non tradizionale. Un'edizione caratterizzata da un'epoca buia, da temi pesanti, scottanti, veri, dai disagi di quel paese reale che guarda Sanremo, che lo critica ma che tutto sommato non riesce a cambiare abitudine e non riesce a cambiare musica.
Ma è la musica che attraversa il tempo e le persone che cambia. E probabilmente la 71esima edizione del Festival di Sanremo verrà ricordata per la sua unicità, ma anche per essere stata la più rock della sua storia.