Ci risiamo, risalgono i contagi (questa volta abbiamo anche l'aggravante delle varianti oltre all'irresponsabilità sociale di diversi e un virus che si approfitta di ogni sbaglio anche di chi è responsabile) e si torna a parlare di restrizioni.
Attenzione, non parliamo di quelle locali, parliamo di quelle generali, dell'ipotesi di #chiusure un po' più ampie di quelle che si stanno mettendo in campo già da un paio di settimane e che vedono ipotesi e indiscrezioni giornalistiche e mediatiche parlare di lockdown limitati con zona rossa o zonarancione diffusa e anticipo del coprifuoco.
Ovviamente non ho competenze mediche e sottolineo come dobbiamo affidarci a chi ne ha se vogliamo uscirne il prima possibile, perché il fattore temporale sta diventando importante in questa guerra epidemiologica che ormai dura da un anno.
La verità, però, è che c'è un aspetto sociale, economico, lavorativo, psicologico immane a cui tutti continuiamo ad essere sottoposti. La stanchezza per una luce in fondo al tunnel che non si riesce bene ad intravedere lascia strascichi di rabbia e la non comunicazione di chi ha responsabilità gestionali della crisi nel tempo potrebbe ampliare questo senso di insofferenza.
In tanti oggi prediligono qualsiasi misura che aiuti nell'immediato a far abbassare i numeri in attesa che arrivino questi benedetti vaccini, ma bisogna essere chiari, trasparenti e anche dare dei tempi certi.
Il problema non sono state quasi mai le chiusure. Il problema è il fattore temporale. Abbassare il coprifuoco è legittimo se ha un tempo limitato, un lockdown vero che nessuno di noi vuole (anche come un anno fa) ha senso se sappiamo che dobbiamo resistere per quale settimana. Ma serve chiarezza, non indiscrezioni. Serve che la cabina di regia consigli a dovere e che chi prende le decisioni lo comunichi quando queste sono state prese, dicendoci sì che "andrà tutto bene" ma che per farlo il sacrificio è ponderato nel tempo, nello spazio e nei ristori. E che tutto ciò da parole si trasformino in fatti.
Probabilmente è meglio un lockdown oggi in un tempo limitato che un coprifuoco esteso che inizi oggi e che domani e dopo domani non sappiamo se siamo in grado di cambiare.
Anche perché la promessa "tutti vaccinati entro l'estate" è bellissima, siamo pronti a metterci in fila, ma nel frattempo? Nel frattempo serve chiarezza, nei tempi e nelle modalità.