Foto Archivio di code stradali |
Nel pomeriggio del sabato prima di Pasqua di questa
quarantena da Covid-19, sono iniziate a rimbalzare, anche sulle testate
nazionali le notizie di code (in alcune case definite anche di chilometri e
chilometri) sulla Pontina, una delle principali arterie stradali che escono
dalla capitale e che conducono alle mete del turismo rivierasco del Lazio, da
Torvajanica a Latina, da Sabaudia al Circeo, passando ovviamente per Terracina,
Fondi e arrivando a Sperlonga, Gaeta e Minturno. Ma come sono andate davvero le
cose?
“Il Messaggero”, in un articolo
Parlava dei posti di blocco che di fatto hanno rallentato la
circolazione, ma facendo riferimento alla possibilità che molti si recassero
presso le seconde case, alludendo al fatto che molti non rispettassero né le
norme, né gli appelli delle istituzioni.
Ma la notizia delle code non è stata trattata da tutti allo
stesso modo. Alcuni hanno parlato della notizia in sé non alludendo all’ipotesi
del possibile esodo, ma addirittura ridimensionando l’ipotesi delle code, come
ha fatto il portale h24notizie.com, rifacendosi a quanto riportato anche da Google
maps e dalle web cam da Pomezia (https://www.h24notizie.com/2020/04/11/verifiche-week-end-di-pasqua-sulla-pontina-code-per-controlli-uscendo-da-roma/).
Tra ieri e oggi, però, c’è chi addirittura parla di fake
news, riportando anche i post di molti personaggi famosi o esponenti politici
che, con tanto di video, hanno accusato la possibilità che molti romani
potessero prendere e andare verso le loro case al mare nel week-end di Pasqua e
mettendo il tutto in controtendenza con i numeri dei controlli.
Basta dare un’occhiata a La Repubblica
o a NextQuotidiano (https://www.nextquotidiano.it/code-sulla-pontina-coronavirus-bufala/).
Non per prendere le difese di alcuna testata ed accusare le
altre, la verità è che la notizia delle code sulla Pontina c’è stata, come
documentata da foto e video poteva tranquillamente essere una notizia da dare.
La differenza è data da come si decide di batterla: i controlli dimostrano come molti erano
presumibilmente autorizzati a viaggiare per via di una delle motivazioni
previste come “urgenti”, vedi ad esempio “lavoro” o “necessità”. Di contro
parlare di “bufala” nel titolo può essere fuorviante in egual misura a chi ha avanzato ipotesi senza poterne documentare la portata.
In questo caos, il problema rimane la disinformazione, che
va stanata riunendo i puntini in ordine e provando a mettere in chiaro fatti,
numeri rassegna, cercando – il più possibile – anche attraverso la rassegna
stampa, di arrivare a tracciare la notizia così com’è, non incorrendo in
notizie acchiappa clic, o peggio ancora, nell’alimentare malcontento a suon di
ipotesi che a volte si traducono in vere e proprie “bufale”.
Per questo vi consiglio l'articolo di Open (https://www.open.online/2020/04/13/coronavirus-i-video-e-le-foto-delle-auto-in-coda-per-la-pasqua-tra-bufale-disinformazione-e-realta/)
Inutile dire, o ricordare come il solito epiteto "e... ma chissà in quanti siano andati a pranzare alla propria casa al mare", poco vale in questo clima. O si è a conoscenza di tali spostamenti (e si è complici perché non si denuncia), o ognuno pensi alla propria quarantena e a rispettare le regole e tutti saremo prima fuori da questa tipologia di restrizioni. Fermo restando che i tempi, ormai lo sappiamo sono lunghi, e le abitudini - quelle sì - devono cambiare per un lungo periodo di tempo.