venerdì 17 aprile 2020

Cisterna e la politica che si movimenta: dal post sul “duce” all’esposto in Procura

h24notizie.com

Protagonista della vicenda, iniziata sui social qualche giorno fa, proseguita nel dibattito a suon di comunicati e che a quanto pare finirà dritta dritta in ambito giudiziario, il vice sindaco di Cisterna Vittorio Sambucci.

Il numero due del sindaco Mauro Carturan, avrebbe innescato questo clima considerabile quasi paradossale in questo periodo, dove appare in “quarantena” anche la politica locale. Il post su Facebook, tutt’altro che innocuo secondo i più – rimosso dopo circa una mezzora dalla sua pubblicazione – avrebbe visto protagonista proprio il vice sindaco di Fratelli d’Italia Vittorio Sambucci che, come riportato dalla rivista locale Scambiaffari, ha pubblicato una foto con Benito Mussolini e il richiamo ad una delle canzoni del regime: “Faccetta nera”.

La cosa ovviamente non è passata inosservata. Seppur il post è stato rimosso, si è attivata tutta la politica locale: prima la difesa del partito di Fratelli d’Italia che ha sottolineato come: “La storia insegna, sempre” cercando di equiparare i “i crimini di tutte le dittature del passato” spiegando come queste “siano state rovinose” e precisando come – in parte spiegato anche dallo stesso vice sindaco – nelle finalità ci sarebbe stato quello “di mettere in luce quanto come i social network spesso possano diventare gogne mediatiche per chi non la pensa allo stesso modo“. Peccato però, che ciò non si spieghi perché il post, allora, sia stato cancellato. Dopo tutto, chiunque abbia studiato materie scientifiche sa che se si vuole dimostrare qualcosa c’è bisogno di esperimenti che supportino una teoria.
Vittorio Sambucci
Ma non solo le difese del suo partito locale, bensì anche quelle personali da parte dello stesso Sambucci, riportate a mezzo stampa da molte testate, che in uno dei passaggi conclusivi e più incisivi spiega: “Se pubblichi una foto di contenuto politico passato o presente può essere censurata in quanto di incitazione alla violenza o rievocazione di atto persecutori. Bene, io non nascondo le Mie origini, la mia Vita e il pensiero o orientamento politico; Non ho invitato o incitato nessun tipo di violenza o quanto meno offeso il pensiero altrui e. Una cosa credo di aver capito, e soprattutto dopo le ultime vicende politiche nazionali, CHE SIAMO ALLA FINE DELLA DEMOCRAZIAOgnuno nella vita è libero di scegliere e di pensare, ma poi c’è chi fa di peggio andando a cercare tra le tue cose, nella tua Vita per colpire e farti del maleQuesta è la nuova forma e libertà di COMUNICAZIONE SOCIAL”. L’attacco alla “fine della democrazia”, in diversi lo hanno accostato alle accuse a livello nazionale del premier Conte al leader di FdI Giorgia Meloni.
La risposta delle opposizioni non si sono lasciate attendere: a partire da quella del Movimento Cinque Stelle che parla di “inadeguatezza” per arrivare al Partito Democratico che fa riferimento ad un episodio analogo in un altro comune italiano dove tutta la giunta avrebbe chiesto le dimissioni minacciando esposti in Procura. Risposte, in questo caso, che dalla giunta e dal sindaco non sembrano essere arrivate, ed ecco che è scattato l’esposto pronto ad essere depositato in Procura. “Il Partito Democratico di Cisterna di Latina ed il Gruppo Innamorato-Melchionna – si legge nella nota – sono i primi firmatari dell’esposto nei confronti di Vittorio Sambucci per la pubblicazione di Benito Mussolini sul suo profilo social”Primi, in quanto hanno deciso di inoltrare – per la possibile adesione – a tutti i consiglieri comunali la volontà di procedere come il numero due della giunta Carturan.
La lettera del direttore di Scambiaffari Gabriele Mancini
Nei giorni scorsi, anche il direttore di Scambiaffari Gabriele Mancini con una lettera aperta sui social aveva deciso di rivolgersi direttamente al vice sindaco e di spiegare come “Questa lettera non deve rappresentare un processo a te Vittorio, e Scambiaffari stigmatizza ogni forma di offesa alla persona (apparse in queste ore), così come stigmatizza chi inneggia ad un qualcosa – e non lo dice Scambiaffari, ma la Costituzione italiana – che non si può fare pubblicamente, da oltre mezzo secolo. Perché il punto è rimane questo, può un rappresentante delle istituzioni che giura sulla Costituzione condividere qualcosa che la Costituzione stessa ripudia? Fosse solo per un presunto e a quanto pare malriuscito esperimento?
In attesa che la vicenda possa evolvere sia politicamente che giudiziariamente, forse, è nel livello istituzionale che deve trovare una qualche tipo di soluzione con una presa di posizione del sindaco.