La storia a volte si incastra con qualcosa di veritiero.
Troppo spesso i dettagli dei racconti, arricchiti di particolari, divengono
fuorvianti, simili a miti e leggende. Seppur il caldo estivo non avesse ancora
attecchito e il fresco primaverile iniziasse a svanire, il clima di quella sera
era tanto infuocato da costringere un gruppo di pompieri della cultura politica
fondana ad accorrere verso il cuore di Lenola: la missione? Spegnere le fiamme
di un dibattito dove il pubblico preparava falò, scaldando animi e rotelle
degli accendini. Uno dinanzi all’altro i due contendenti alla fascia tricolore.
Tra un volantino spacciato sotto banco e un santino infilato in una giacca, le
domande stringevano i candidati nella morsa del tempo. Due urli cupi e grigi
irrompevano nella serata: uno per parte ad irritare animi e vocazioni
politiche. Ma mentre la platea applaudiva soddisfatta da una parte e sorniona
dall’altra, e, il dilettante moderatore distraeva come un abile illusionista,
le circa meno quasi indefinite persone accorse da ogni angolo remoto della
metropoli sui monti, ecco che accadeva qualcosa di assolutamente imprevedibile:
una voce dal pubblico accusa un candidato di alto tradimento!