La storia a volte si incastra con qualcosa di veritiero.
Troppo spesso i dettagli dei racconti, arricchiti di particolari, divengono
fuorvianti, simili a miti e leggende. Seppur il caldo estivo non avesse ancora
attecchito e il fresco primaverile iniziasse a svanire, il clima di quella sera
era tanto infuocato da costringere un gruppo di pompieri della cultura politica
fondana ad accorrere verso il cuore di Lenola: la missione? Spegnere le fiamme
di un dibattito dove il pubblico preparava falò, scaldando animi e rotelle
degli accendini. Uno dinanzi all’altro i due contendenti alla fascia tricolore.
Tra un volantino spacciato sotto banco e un santino infilato in una giacca, le
domande stringevano i candidati nella morsa del tempo. Due urli cupi e grigi
irrompevano nella serata: uno per parte ad irritare animi e vocazioni
politiche. Ma mentre la platea applaudiva soddisfatta da una parte e sorniona
dall’altra, e, il dilettante moderatore distraeva come un abile illusionista,
le circa meno quasi indefinite persone accorse da ogni angolo remoto della
metropoli sui monti, ecco che accadeva qualcosa di assolutamente imprevedibile:
una voce dal pubblico accusa un candidato di alto tradimento!
La violazione grave, poi non arrivata fino alla Suprema Corte di Washington, parlava del non rispetto dell’articolo 2 della Costituzione americana, che spiega come solo chi è nato su suolo statunitense può sedere nel posto più importante della sala ovale.
La violazione grave, poi non arrivata fino alla Suprema Corte di Washington, parlava del non rispetto dell’articolo 2 della Costituzione americana, che spiega come solo chi è nato su suolo statunitense può sedere nel posto più importante della sala ovale.
Così dall’altro capo del mondo, ad uno degli sfidanti veniva contestata
la “fondanità”. Dibattito a parte e vittoria elettorale arrivata puntuale come
lo era stato il dibattito pubblico all’americana, il tricolor
“fondano-lenolese”, sceso dai monti sotto il livello del mare, imboccando per
sbaglio in una radio ammetteva il fatto: “Sono nato a Fondi!” Secondo voci non
confermate, il primo cittadino del luogo, sfruttando l’affermazione del
collega, vorrebbe lanciare la richiesta di annessione della vicina Lenola e
l’unione del vasto e diffuso popolo fondano. Un fatto che sconvolgerebbe per
sempre la questione del popolo locale e ridisegnerebbe la geografia di Funn ju paese chiù beij d ju munn. Ma chissà se è andata e se andrà mai così...