26 novembre 2017
Simone Nardone
Si può sostenere che da un paio di giorni, ovvero da quando sono usciti i collegi e le circoscrizioni della nuova legge elettorale per le elezioni politiche, ci si avvia verso le urne della prossima primavera. In realtà ancora non si sa la data del voto, che potrebbe oscillare tra fine febbraio e maggio, con marzo o inizio aprile come date più probabili, ma i partiti e soprattutto gli esponenti politici sul territorio si stanno riorganizzando.
La questione è ovvia, con la modifica del meccanismo della trasformazione in seggi dei voti espressi dagli elettori, i quadri dirigenti dei vari partiti politici devono lavorare per presentare al proprio elettorato un’offerta politica che sia all’altezza delle aspettative e che dunque, permetta loro di prevalere. Con il “Rosatellum”, tornano i collegi uninominali, che spingeranno le coalizioni a sostenere il candidato di spicco del territorio di quell’area politica, per poter portare a casa il seggio. I collegi di Camera e Senato sono relativamente ampi, perché come era previsto con il “Mattarellum”, si tratta di una legge mista che ha una quota, tra l’altro predominante di proporzionale. Questo recupero proporzionale avviene su aree territoriali (circoscrizioni) che mettono insieme diversi collegi.
Il link orignale: http://www.h24notizie.com/2017/11/collegi-del-rosatellum-provincia-2-la-camera-1-al-senato/
Quello che strategicamente ora interessa di più a elettori e partiti sono i collegi uninominali, disegnati cercando di ricalcare confini geografici, senza tralasciare questioni demografiche. In provincia di Latina, ad esempio, per l’elezione della Camera dei deputati sono previsti due collegi uninominali il primo che vede come capofila Latina, il secondo Terracina. Quello del capoluogo di provincia, vede inserito al proprio interno anche comuni come: Aprilia, Bassiano, Cisterna di Latina, Cori, Maenza, Norma, Priverno, Prossedi, Rocca Massima, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, Sermoneta e Sezze. L’altro, quello di Terracina, ingloba anche: Campodimele, Castelforte, Fondi, Formia, Gaeta, Itri, Lenola, Minturno, Monte San Biagio, Pontinia, Ponza, Sabaudia, San Felice Circeo, Santi Cosma e Damiano, Sonnino, Spigno Saturnia, Sperlonga e Ventotene. La stessa preferenza espressa per il candidato del collegio uninominale, vedrà andare anche il voto alla lista per il computo proporzionale. Lista che comprenderà le aree geografiche dei collegi uninominali di Latina, Terracina, Frosinone e Cassino. Per quanto riguarda il Senato la questione appare più semplice: il collegio uninominale si equivale con i confini della provincia di Latina, mentre quello plurinominale per il proporzionale vedrà il collegio di Latina collegato con quelli di Velletri, Fiumicino e Frosinone.
A questo punto si aprono scenari interessanti da un punto di vista politico, in una provincia che storicamente non ha quasi mai regalato grandi sorprese elettorali. Il centrodestra, salvo sorprese dovrebbe vedere la ricandidatura dell’attuale senatore Claudio Fazzone, che dovrà scegliere se provare la corsa per Palazzo Madama, forse in contrapposizione con il collega rivale e democratico Claudio Moscardelli, o se opterà per Montecitorio, in quel caso ovviamente prediligendo il collegio di Terracina. Ma sempre Forza Italia e il centrodestra dovrà anche decidere chi sarà l’altro nome che scenderà in campo. Stessa cosa in area Pd, dove quasi sicuramente rivedremo in campo Moscardelli, ma dove non è scontata la ricandidatura di Sesa Amici e dove scalpitano in tanti amministratori locali del sud pontino e qualche dirigente provinciale. Questione diversa in casa Cinque Stelle, che malgrado vedono una crescita anche in provincia, dovranno trovare davvero dei candidati di spessore se vogliono provare a strappare un collegio ai due grandi schieramenti (ancora non definiti) di centro-destra e centro-sinistra.