26 novembre 2017
Simone Nardone
Si può sostenere che da un paio di giorni, ovvero da quando sono usciti i collegi e le circoscrizioni della nuova legge elettorale per le elezioni politiche, ci si avvia verso le urne della prossima primavera. In realtà ancora non si sa la data del voto, che potrebbe oscillare tra fine febbraio e maggio, con marzo o inizio aprile come date più probabili, ma i partiti e soprattutto gli esponenti politici sul territorio si stanno riorganizzando.
La questione è ovvia, con la modifica del meccanismo della trasformazione in seggi dei voti espressi dagli elettori, i quadri dirigenti dei vari partiti politici devono lavorare per presentare al proprio elettorato un’offerta politica che sia all’altezza delle aspettative e che dunque, permetta loro di prevalere. Con il “Rosatellum”, tornano i collegi uninominali, che spingeranno le coalizioni a sostenere il candidato di spicco del territorio di quell’area politica, per poter portare a casa il seggio. I collegi di Camera e Senato sono relativamente ampi, perché come era previsto con il “Mattarellum”, si tratta di una legge mista che ha una quota, tra l’altro predominante di proporzionale. Questo recupero proporzionale avviene su aree territoriali (circoscrizioni) che mettono insieme diversi collegi.