venerdì 10 giugno 2016

Vincitori e vinti. Come cambiano gli assetti politici provinciali dopo le elezioni

9 giugno 2016

di Simone Nardone

Gli assetti e i poteri politici non possono rimanere fuori dai giochi di un’elezione amministrativa che ha portato al voto diversi comuni nella provincia di Latina. I responsi sono diversi, caratterizzati da un’ondata di novità su tutte: quella del ballottaggio inaspettato nel capoluogo. Il secondo turno era nell’aria, ma forse tutti si erano fatti un’altra idea.

FORZA ITALIA SI LECCA LE FERITE - Di sicuro una battuta d’arresto l’ha subita Forza Italia che nonostante non abbia subito una debacle totale, è arrivata solo quarta a Latina: il rimanere molto lontano dal ballottaggio nel capoluogo è stato l’esito più basso della domenica azzurra al voto, benché abbastanza prevedibile. La verità è che il risultato più alto del partito di Berlusconi in provincia è arrivato a Terracina e non a Sperlonga. Se è vero che in quest’ultima la vittoria di Armando Cusani è arrivata senza sorprese, le percentuali sono di quelle che fanno riflettere. 

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La forte leadership dell’ex presidente della Provincia di Latina, si è trasformata in un trionfo velato sul giovane Marco Toscano (meno di 300 preferenze di distacco). Una percentuale di vittoria pari al 58% che farà riflettere i vertici provinciali del partito, che nella stessa roccaforte politica, cinque anni prima aveva raccolto il 79%. Risultato diverso a Terracina, dove il ballottaggio contro Procaccini è arrivato secondo le aspettative, ma ci sono oltre sei punti e mezzo percentuali da recuperare. Ma Terracina vale molto per Forza Italia, dove la lista con il tricolore si è classificata anche come prima tra le venti che si sono presentate dinanzi al corpo elettorale.

L PD NON DOVEVA VINCERE? – La classica irriverente domanda degli anti Democratici all’indomani del responso delle urne è: ma il Partito Democratico non doveva vincere? A dire la verità essendo fuori dai giochi da Terracina e Latina, non lascia spazio a giustificazioni, soprattutto rispetto a quelle che erano le più rosee aspettative, neppure il vantaggio in vista del secondo turno di Gerardo Stefanelli a Minturno. È comunque vero che a Terracina malgrado lo sforzo elettorale di Alessandro Di Tommaso, era nell’aria che la seconda piazza in vista del ballottaggio potesse essere conquistata da Corradini, a scapito proprio del democratico. Ma su Latina le cose sono diverse. Per primo perché Enrico Forte, partito come il principale sfidante, durante la campagna elettorale (forte anche dei sondaggi) si era accreditato come l’uomo da battere. Ironia della sorte è stato battuto. Il punto è da chi. Passi per Calandrini supportato da una compatta forza politica, ma Damiano Coletta con un movimento civico che ha rischiato addirittura di classificarsi primo e che all’indomani del primo turno rischia di essere il favorito. Poi ci sono quei trecento voti in più delle liste rispetto alle preferenze al candidato sindaco Enrico Forte, nonché il calo vertiginoso di consensi in percentuale per la coalizione Pd rispetto alle altre amministrative. Due dati che rischiano di riaccendere la faida interna ai Democratici di Latina. E per la verità già consumata a Castelforte dove il segretario locale si è imposto sostenendo sin da subito il poi sindaco Giancarlo Cardillo a dispetto anche del senatore Claudio Moscardelli che nel pre voto sfilava con il candidato sindaco sconfitto Gianfranco Testa.

I 5 STELLE DOVE SONO? Qualcuno ha osservato che molti voti per Damiano Coletta a Latina sarebbero andati al candidato Cinque Stelle se questi avessero certificato la lista. La verità è che un partito che ambisce ad essere forza di governo di un Paese, o comunque di principale contrappeso politico a chi governa, non può non correre in una città capoluogo di provincia. Forse è vero che con il simbolo Cinque Stelle sulle schede di Latina, il risultato sarebbe stato diverso, ma ciò non può essere un’attenuante per i pentastellati che anche altrove non si sono distinti molto. A Terracina sono arrivati quarti su sette raccogliendo un misero 5%. Risultato leggermente più basso ottenuto a Minturno, dove l’ultimo posto è valso il 4,7%. Risultato analogo ottenuto a Castelforte, lontanissimi però dai due sfidanti. Percentuale doppia con il miglior risultato in provincia, ma sempre ultimi classificati, anche ad Itri dove però i quasi settecento voti hanno garantito almeno l’ingresso in Consiglio comunale di un rappresentante, il secondo in provincia dopo che un anno fa toccò a Fondi.



GLI UNICI VINCITORI – A sembrare uscire vincitori da queste elezioni amministrative sono stati gli unici che ancora non hanno vinto: i partiti della destra come Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale e le civiche di Damiano Coletta. Vincitori parziali del primo turno, in attesa del verdetto del ballottaggio. Nel caso dei primi, riscontrano l’aver raggiunto il ballottaggio come prima forza politica, investendo Calandrini di essere il garante del centrodestra nel capoluogo e chiamando a sé anche quella che per anni è stata la prima forza politica della provincia e che ora inizia a vacillare: Forza Italia. In questo senso, il confronto tutto interno al centrodestra di Terracina è un vero banco di prova per Fratelli d’Italia che vuole imporre la propria linea facendo saltare il banco in entrambi i grandi centri. L’altro grande vincitore è sicuramente l’outsider Damiano Coletta che a Latina si è classificato secondo, battendo Enrico Forte; che probabilmente ha addirittura incassato l’appoggio non richiesto dell’elettorato grillino e che senza dirlo, potrebbe diventare il favorito in vista del secondo turno (con il clamoroso da alcuni ventilato appoggio anche di Forza Italia). Tutto questo in un Comune, dove i due che sono andati al ballottaggio, complessivamente non hanno ottenuto neppure il 45% dei voti totali, segno di una dispersione del voto e forse chissà di un sistema partitico a livello provinciale che sta definitivamente cambiando pelle.