14 giugno 2016
di Simone Nardone
Ormai manca poco, meno di una settimana al voto per il ballottaggio che sancirà chi tra Nicola Procaccini e Gianluca Corradini sarà il nuovo sindaco di Terracina.
Nel frattempo continuano gli appuntamenti pubblici per entrambi i candidati, le note stampa, le prese di posizione e le accuse reciproche.Nessun apparentamento con gli sfidanti esclusi dal secondo turnoe dunque la partita, tutta in casa centrodestra, continua ad essere piena di nervi scoperti. Il clou probabilmente si è avuto la scorsa domenica scorsa, quando in piazza Garibaldi, in pieno centro, grazie all’impegno dell’ex preside Carmelo Palella si è tenuto il confronto pubblico tra i due sfidanti.
Alcuni colleghi hanno definito tale confronto un vero match, quasi da incontro di pugilato. Il buon senso ha voluto che la terminologia non si applicasse alla realtà anche nel contatto fisico, ma gli animi accesi hanno portato ad infuocare quelli che si sono dimostrati dei veri supporter a sostegno dei loro candidati sindaco preferiti. Per far calmare gli animi c’è voluto addirittura l’intervento del Commissario di Polizia, che ha invitato tutti a mantenere un clima più sereno. Una nota stonata per un evento, quello del confronto pubblico, che dovrebbe servire ad aiutare e orientare l’elettorato.
Si ricorda che domenica si vota a Terracina in contemporanea con gli altri comuni al ballottaggio nel resto d’Italia. Alle urne saranno chiamati circa 37 mila elettori, di cui al primo turno se ne sono recati al voto poco più di 26 mila, pari al 71,43%. Corradini, il candidato di Forza Italia, Partito Repubblicano Italiano e altre civiche, dovrà virtualmente rimontare Procaccini, di Fratelli d’Italia, Noi con Salvini e varie civiche, circa 1.500 voti, pari a sei punti e mezzo percentuale.Intanto gli altri stanno a guardare. Quello che è stato il principale sfidante al primo turno, Alessandro Di Tommaso del Partito Democratico, ha dichiarato nei giorni scorsi che il ballottaggio non è cosa che riguarda il popolo dei Democratici, defilandosi dalla competizione e sgomberando il campo da eventuali polemiche e teorie del complotto che lo volevano verso una propensione piuttosto che un’altra.
I non apparentamenti potrebbero indurre gran parte degli elettori che si sono pronunciati in sostegno ai candidati esclusi dal secondo turno, a non recarsi ai seggi. Ma come ben si sa, è inutile e inopportuna un’analisi del voto prima del responso delle urne.