25 aprile 2016
di Simone Nardone
di Simone Nardone
Si inizia ad entrare nel merito dei problemi della città nella campagna elettorale a Terracina. Si discute di agricoltura, piste ciclabili, turismo, lavoro e anche di servizi e trasporti. Quando di si parla di questi ultimi è ovvio che il primo pensiero va alla linea ferroviaria chiusa tra Priverno e Terracina da settembre 2012 a causa di uno smottamento che aveva fatto cadere un masso di grosse dimensioni. In un primo momento si parlava di qualche settimana di attesa per il ripristino di quella tratta che permetteva a Terracina il collegamento diretto con la capitale. Ma poi si è trasformata in una situazione definitiva. A nulla sono serviti vari incontri, anche in Regione. Al centro delle difficoltà per il risolversi della questione, probabilmente il fattore economico. Si parla di un intervento di qualche milione di euro per mettere in sicurezza quella tratta, soprattutto nella zona tra Frasso e La Flora, dove ancora staziona il masso caduto dal monte Cucca.
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Anche se manca l’ufficialità dell’apertura della campagna elettorale, iniziano a soprapporsi interventi e posizioni su varie tematiche. Quasi tutti gli aspiranti primi cittadini hanno preso una posizione sulla questione. Cronologicamente parlando, probabilmente, oltre all’ex sindaco Procaccini, l’unico che aveva deciso di mettersi di traverso sulla questione era stato Alessandro Di Tommaso (Pd), all’epoca consigliere comunale dei democratici, che già un anno addietro chiedeva di dimenticare il sogno di riportare il treno in città, ipotizzando invece su quello stesso percorso una rete ciclabile. Lo stesso Procaccini, in più occasioni da primo cittadino aveva spiegato le difficoltà dell’intervento, anche a seguito di incontri in Regione, ma tornato in campagna elettorale ci ha tenuto a precisare che la sua posizione è quella di voler riportare il treno nel cuore di Terracina, perché le alternative dei collegamenti extra ferroviari con Priverno e Monte San Biagio non possono essere accettabili.
Staffilate, che vanno dritte in direzione degli sfidanti Gianluca Corradini (Forza Italia) e Agostino Pernarella de Il Sestante. Il primo in più occasioni ha puntualizzato che il primo intervento a breve termine sarebbe quello di cambiare la cartellonistica alla stazione di Monte San Biagio, che dovrebbe diventare Monte San Biagio – Terracina, puntando magari su un progetto a medio o lungo termine che porti gli intercity a fermarsi in questa stazione. Una proposta che vede d’accordo anche alcuni rappresentanti a supporto di Pernarella che giudicano quest’idea assolutamente condivisibile.
Più ambiziosa la proposta dell’esponente di Italia Unica Arcangelo Palmacci, che ricalcando un vecchio progetto di quando fu consigliere comunale negli anni ’80 propone qualcosa di alternativo al tratto ferroviario esistente: una metro veloce capace di riportare Terracina al centro dei collegamenti con Roma e anche con Frosinone.
Di colore l’intervento in un video dai tratti ironici del solito Salvatore Cerbo che sostiene ci sia un treno da far ripartire. L’accusa tra le rime è che in tanti, forse troppi, sono venuti a Terracina garantendo di risolvere il problema, salvo poi notare che il masso è sempre lì. Di avviso simile anche l’ex consigliera regionale Gina Cetrone che accusa chiamando in causa sul problema la capacità politica della Regione Lazio e delle Ferrovie dello Stato. Su posizioni diverse e paradossalmente più politiche, i Cinque Stelle, che in attesa di sapere se verrà rilasciata la certificazione dal blog di Grillo, sono appianati su posizioni che li hanno visti a gennaio di quest’anno sulla linea della mozione fatta approvare di loro riferimenti politici in Regione Lazio per impegnare la Giunta Zingaretti a risolvere il problema.