22 aprile 2016
di Simone Nardone
Si avvicina il 7 maggio, data nella quale saranno presentate le liste in tutti i Comuni che vanno al voto il prossimo 5 giugno, tra cui Terracina. Una scadenza importante, perché potrebbe fare chiarezza sul quadro politico che si troveranno dinanzi gli elettori del comune rivierasco nel momento in cui apriranno la scheda per esprimere la propria preferenza su chi vorranno come primo cittadino per i prossimi cinque anni. Ricordiamo che ad oggi sulla carta sarebbero nove gli aspiranti primi cittadini, ma una selezione naturale prima della presentazione delle liste potrebbe ancora compiersi.
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COMUNALI 2011 – Alle ultime amministrative, che hanno visto imporre Nicola Procaccini al ballottaggio contro Gianfranco Sciscione, il quadro politico era molto più chiaro: a sfidarsi per vestire la fascia tricolore furono in sette. A sostenere colui che fu eletto sindaco, c’era una forte e abbastanza coesa coalizione di centro-destra composta da Pdl, Udc, Pri, La Destra e una lista civica del candidato sindaco, che al primo turno maturò a Procaccini il 44,8% dei consensi. Il principale sfidante, che nel corso del mandato è poi diventato il principale alleato di Procaccini, Sciscione, era supportato da ben sette liste, la maggior parte civiche, tra cui anche il Partito Socialista Italiano. Liste che al primo turno lo fecero attestare secondo con un’affermazione pari al 21,7%. Poi c’erano due compagini di centro-sinistra: una più radicale condotta da Vincenzo Coccia (12,3%), che aveva al suo cospetto quattro liste tra cui Sel, Idv e Rifondazione Comunista, e l’altra con Domenico Zappone del Pd (9.9%). A seguire due esponenti delle civiche, che preferirono la corsa in solitaria: Gianni Percoco (4,1%) e Antonio Mazucco (3,6%). A chiudere la lista dei pretendenti, un’altra coalizione di centro-destra rappresentata dall’esponente di Fli Fabio Caiazzo (3,6%).
AMMINISTRATIVE 2016 – È facile notare come a distanza di sei anni, nonostante un quadro apparentemente più complesso, si presenta una situazione analoga della dispersione del centrodestra, che stando agli annunci degli scorsi mesi dovrebbe addirittura vedere cinque esponenti correre per la poltrona di sindaco. Procaccini, ha sicuramente perso un cospicuo apporto elettorale di coloro che lo avevano appoggiato nel 2011, in particolar modo Forza Italia e Pri che sono con Gianluca Corradini, ma dovrebbe aver recuperato gran parte, se non tutta la forza elettorale del suo principale sponsor Sciscione. Lo stesso Corradini è difficile capire quale peso elettorale possa avere. Il candidato del partito di Silvio Berlusconi, infatti, dovrà giocare molto per cercare di concretizzare, o per meglio dire recuperare il 30% circa dei consensi, una forza elettorale che teoricamente sarebbe confermata dagli ultimi risultati delle elezioni europee del 2014, come anche dalla somma dei voti delle comunali 2011 di Pdl e Pri. Difficile, invece, dare un peso all’ex sindaco Stefano Nardi che sfida i suoi ex alleati e sponsor elettorali. La sua corsa in solitaria è al momento fuori da ogni possibile riscontro o supposizione. Come lo è quelle dei due outsider del centro-destra, che alcuni ancora pensano possano alla fine convergere verso uno degli altri candidati. Stiamo parlando di Salvatore Cerbo e Gina Cetrone. Altro dubbio ruota attorno all’esponente di Italia Unica (il movimento dell’ex ministro Corrado Passera) Arcangelo Palmacci. Molti, infatti, iniziano a domandarsi se Palmacci non possa seguire la linea che sta portando in alcuni Comuni il partito dell’ex ministro a convergere verso forze di centrodestra moderate. Situazione se vogliamo più chiara nel centro-sinistra, che questa volta, salvo sorprese, dovrebbe avere un solo candidato ufficiale: Alessandro Di Tommaso del Pd. Di Tommaso, infatti, non ha solo l’obbligo di far meglio di quel 10% ottenuto dal Pd nelle scorse amministrative, ma anche di cercare di recuperare tutti gli altri voti dei progressisti, dispersi alle ultime comunali. Una cifra che in percentuale diventa addirittura del 27-28% se prendiamo in considerazione i risultati delle Europee di due anni fa per la stessa compagine che dovrebbe rappresentare il consigliere democratico. Poi c’è Agostino Pernarella, espressione dell’associazione Il Sestante e che tenterà di intercettare il voto del mondo civico non schierato, che alle ultime amministrative è valso complessivamente quasi l’8% dei voti totali. Infine, ma non da ultimo, c’è la questione Cinque Stelle. Due candidati, Fabrizio Ferraiuolo e Gian Paolo Cesaretti, con le rispettive liste, hanno richiesto ma al momento non ottenuto, l’autorizzazione ad utilizzare il simbolo del movimento di Grillo alle elezioni amministrative. Un 20% di preferenze, circa 3.500 voti alle Europee, pari addirittura al 22% con 4.800 voti alle Politiche del 2013, che potrebbero andare dispersi in caso di assenza di richiami penta stellati sulle schede.
Una partita, dunque quella per il Comune di Terracina, tutta da giocare, seppur la nostra analisi è del tutto indicativa e basata su dati di precedenti elezioni, non potendo addurre ad essa nessun tipo di riscontro scientifico.