Latina, si lavora all’accordo questa è cosa certa. Lo ha spiegato ieri il sindaco Damiano Coletta in conferenza stampa e lo ha ribadito con una nota in cui ha spiegato cosa sta accadendo.
Da indiscrezioni filtra un discreto ottimismo, ma come spesso accade in politica la strada non si presenta ancora in discesa e potrebbero nascondersi passi falsi o tranelli.
Il centrodestra ha di fatto spiegato che è favorevole al dialogo, ma non scioglie la riserva su quale sarà la modalità per avviare questa consiliatura nella città capoluogo di provincia.
Tutto sommato è giusto così se si considera che al di là del confronto franco avuto con il sindaco Damiano Coletta, vogliono pronunciarsi su ciò che il primo cittadino dirà loro. O meglio su cosa ci sarà su quella “road map” che la coalizione progressista ha deciso di elaborare e proporre entro massimo 72 ore da ieri, tradotto: entro giovedì 28 ottobre.
Nel frattempo, a Latina sembra che questo sia il tempo della decantazione. Un po’ in tutti gli schieramenti si stanno posizionando gli esponenti politici, che si dividono all’interno di essi tra “falchi” e “colombe”, ovvero tra coloro che vogliono avviare l’Amministrazione e chi proprio non ci sta ad allearsi con il “nemico”. Ma è altrettanto vero che ad oggi, sembra improbabile che il dialogo possa arenarsi a tal punto che l’amministrazione Coletta muoia ancora prima di nascere.
Diversa è la situazione sulle modalità che porteranno alla nascita di un’eventuale maggioranza, se di contro prevarrà quanto emerso dalle urne con un consiglio comunale che vede una coalizione maggioritaria più o meno “ostile” al primo cittadino, o se – come è sembrato dall’idea del sindaco, ma forse un po’ meno da quella del centrodestra – possa crearsi un esecutivo davvero delle larghe intese, un po’ sul modello del governo nazionale.
Ovviamente, in tal caso, l’ipotesi più accreditata è che vadano fuori dalla giunta i segretari dei partiti e dentro o esponenti di secondo piano o personalità di spicco vicine agli ambienti politici. Siamo sempre nell’ambito delle ipotesi, ma la verità è che come ribadito ieri da Coletta in conferenza stampa, la città ha deciso che gli schieramenti debbano amministrare insieme. Quindi una quadra bisogna trovarla, perché l’alternativa è sfiduciare Coletta e tornare alle urne. Ma la verità è che al voto, probabilmente, non ci vuole tornare nessuno. Almeno non a stretto giro.
D’altro canto, però, tutti gli schieramenti che sanno non poter trovare una modalità per prevalere sugli altri giocano al posizionamento. Se il centrosinistra ha eletto il sindaco, il centrodestra punta a occupare lo scranno di presidente del consiglio comunale. Ma a fare più gola, potrebbe essere il fattore numerico: ovvero essere determinanti a far cadere l’amministrazione qualora le cose vadano male.
Questo potrebbe essere il contrappeso psicologico con cui nascerà qualsiasi giunta. Anche dalle modalità di astensione o voto contrario in consiglio comunale, probabilmente, si capirà nei singoli schieramenti se prevarranno i falchi o le colombe.