Premesso
che dovremmo attendere ancora un giorno per sapere quale sarà la scelta definitiva
dell’esecutivo targato Renzi, ci cimentiamo nelle supposizioni. Però, visto che
si stanno per rimettere le mani in tasca
agli italiani, ed eccezionalmente parliamo di infilarceli e non di
prelevarli, voglio partecipare anche io al fantastico gioco nostrano “tutti allenatori”, “tutti critici”, “tutti
premier”, immedesimandomi in un semplice analista politico terra terra,
senza puntare al ministero dell’Economia.
Al
contrario di quello che sostengono in molti, non vedo come una scelta
determinante per un’immediata ripresa dell’economia nessuno dei due presunti
tagli (quello dell’Irap per le imprese e quello dell’Irpef sui redditi più bassi). Malgrado in molti, giustamente, da
una concezione più liberal sostengono
che il taglio per i costi alle imprese potrebbe rimettere in moto il mercato
del lavoro fermo a tassi di disoccupazione devastanti soprattutto tra i più
giovani, credo che neppure questa sia una mossa degna di nota. Al contrario
questo presunto taglio (che molti vedono
come il più accreditato), darebbe una semplice anche se doverosa, boccata
d’ossigeno a molte imprese che si trovano in grande difficoltà, ma
difficilmente andrebbe ad inficiare sul dato dell’occupazione e dunque non
otterrebbe il risultato macroeconomico a cui si ambisce. D’altra parte il “minimo” incremento di liquidità (dalle previsioni si dice non più di 100€
mensili sui redditi più bassi) almeno darebbe un aiuto alle famiglie, con
la speranza di “aggiustare” anche il
dato sui consumi in caduta libera ormai da tempo. Un presunto aumento di questi
ultimi, infatti, porterebbe nel medio periodo all’incremento dei posti di
lavoro e alla conseguente ripresa economica. Una visione, per certi versi più
di sinistra per dare una sterzata all’economia.
Il
dato politico, che non è questa l’occasione di analizzare, porterebbe – il condizionale è d’obbligo – al premier
considerato “meno di sinistra” dell’area
storica dei progressisti ad affrontare uno dei provvedimenti più di sinistra che
la seconda repubblica italiana ricorda.