lunedì 15 febbraio 2021

Serve la voce di chi guida il Paese


In poco più di 24 ore siamo passati dalla partenza della stagione sciistica alla chiusura totale di quella invernale, dai numeri stabili dei bollettini locali e nazionali all'ipotesi lockdown esteso, il tutto con la solita bagarre social e mediatica che ormai contraddistingue qualsiasi pensiero, figuriamoci se si decide della vita di milioni di persone.

La questione, a mio avviso poco incoraggiante, è stata che i leader di partito - chi più chi meno - hanno detto la loro, come gli esperti e le varie associazioni di categoria, i cittadini hanno fatto sentire la propria voce su tutti i mezzi.
Ma dalle istituzioni, tranne l'ordinanza del Ministero della Salute sulla non riapertura degli impianti sciistici, il silenzio più totale.
Ho più volte sottolineato come i proclami prima della firma dei decreti sia stata una delle cose più sbagliate a cui abbiamo assistito nel corso dell'ultimo anno, allo stesso tempo colgo come lo stesso esecutivo sia ancora "monco" del voto di fiducia alle camere e che lo stesso presidente Draghi abbia chiesto ai suoi ministri un profilo basso.
Ma non possono tutti dire la propria senza neppure poter udire la voce o una spiegazione di chi prende o valuta decisioni importanti che impattano sulla vita della collettività. Inutile dire che si sta pensando ai ristori. Quello è sacrosanto, non lo è che non ci sono posizioni e una linea chiara su quale sia la strategia del nostro Paese e dell'esecutivo nell'uscire da questa crisi sanitaria, sociale ed economica senza precedenti.
Attendiamo ancora, tanto ormai manca poco alla presentazione del programma di governo per il voto di fiducia, ma la fiducia - quella non parlamentare - passa non solo per l'efficienza e l'operosità, ma anche attraverso la trasparenza e un minimo di comunicazione, possibilmente istituzionale, che tutti attendiamo con ansia.