giovedì 15 marzo 2018

Formia verso le Amministrative, si guardano le cifre di Politiche e Regionali

da www.h24notizie.com

14 marzo 2018

di Simone Nardone

A Formia, in virtù della prossima tornata delle elezioni amministrative, tra voci e indiscrezioni, candidature e frizioni varie, in molti aspettavano l’ondata delle Regionali e delle Politiche, per misurare il termometro degli elettori.

Politici e osservatori, hanno notato che c’è dell’acqua che bolle in pentola e che la questione politico-elettorale formiana potrebbe anche far passare un brutto quarto d’ora a diversi schieramenti. Se si provano ad osservare in modo scevro da ogni partigianeria i dati emersi dalle urne del 4 marzo, si osserva come il centrosinistra, che ha amministrato con Bartolomeo fino a qualche mese fa, rincorre.


Un testa testa presunto, potrebbe riguardare Cinque Stelle e centrodestra. Ad onor del vero, va precisato come una comparazione tra elezioni di diverso rango, rischia di trasformarsi in una chiacchiera da bar all’indomani dello spoglio. Ma è altrettanto vero che non si possono non considerare i segnali lanciati dagli elettori a pochi mesi dal rinnovo dell’amministrazione locale.

A Formia, alla Camera, i pentastellati sono addirittura risultati primo schieramento, ottenendo più voti del centrodestra unito. Una partita che si è chiusa con ben 5 punti percentuali di scarto, 40,7% a 35,7%. Staccato, anzi, molto staccato nelle Politiche il centrosinistra, annaspante al 16,2%.

Situazione diversa in termini percentuali nelle Regionali, dove i primi due posti in palio sono stati scambiati, con il centrodestra primo e il Movimento Cinque Stelle secondo, e ritrovando un centrosinistra più forte, seppur sempre in fase di rincorsa. Precisamente, se prendiamo il dato dei candidati alla carica di presidente della Regione, il centrodestra è riuscito di un soffio a prevalere sui grillini, (Parisi 31,8% – Lombardi 30,1%). Curioso come Zingaretti abbia recuperato rispetto alla debacle delle Politiche diversi punti percentuali attestandosi al 23,6%.

Nelle analisi del giorno dopo, ognuno può utilizzare queste cifre per dire quello che vuole. La verità è che come detto, fare una comparazione è tecnicamente sbagliato, seppur accattivante ed interessante. È errato per due motivi su tutti: il primo perché con il moltiplicarsi delle liste con esponenti politici locali, nelle amministrative, c’è una dispersione delle preferenze verso le “civiche”, un dato che può tendere a riassestare gli equilibri in elezioni territoriali (per quello si dice che le Regionali, sono più simili alle Comunali); e secondo, perché nelle amministrative, la vera differenza la fanno i candidati a sindaco. Candidati, che fin quando non saranno tutti svelati, lasceranno delle ombre chiaro-scuro che renderanno difficile qualsiasi analisi di comparazione, anche con precedenti elezioni analoghe.