13 febbraio 2016
di Simone Nardone
In periodi di populismi estremi, tutti vedono nella politica, o comunque in chi amministra la cosa pubblica, la “casta”. In realtà, si tratta di un processo democratico più complesso, che porta alcuni cittadini ad occupare cariche pubbliche e per questo retribuiti, in quanto hanno un compito da svolgere nell’interesse generale.
LE CIFRE. Nell’anno 2016 il Comune di Terracina ha “speso” appena al di sotto dei 129 mila euro per il funzionamento della macchina amministrativa. Tra l’altro si può osservare come il confronto sulla cifra sarà quasi sicuramente al di sotto di quella che conosceremo a fine 2017, poiché per sei mesi nell’anno precedente vigeva un’amministrazione commissariale, che ha inciso sul totale per 33.213,91 euro. La giunta comunale, invece, presieduta dal sindaco ha sicuramente l’incidenza più netta sui costi della politica locale, pari a 78.426,74 euro, mentre il consiglio comunale ha il “peso” minore corrispondente a 17.203,46 euro.TRASPARENZA. Grazie alle nuove normative sull’amministrazione trasparente e le sempre più sofisticate piattaforme on-line degli enti locali, bastano ormai pochi clic, per poter arrivare su quasi tutti i siti web dei Comuni, alle cifre percepite dai nostri amministratori. Va osservato che tra questi, solo chi siede in giunta e ha un incarico esecutivo percepisce uno stipendio vero e proprio, che tra loro si differenziano per deleghe e tipologia di busta paga extra comunale; e che i consiglieri, invece, godono di un rimborso spese conteggiato in “gettoni di presenza” tra riunioni della massima assise civica e commissioni.
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SPESE ECCESSIVE O PONDERATE? È ovvio che se si vanno ad osservare le cifre complessive e quei 128.844 euro, più di qualcuno potrebbe accusare la “casta” di gravare molto sui conti pubblici. Ad onor del vero va osservato come uno stipendio di un sindaco, che di fatto totalizza la sua esperienza professionale con la carica pubblica che riveste, è in linea con quelli dei dirigenti della pubblica amministrazione, o in qualche caso anche al di sotto. Cifre più basse per gli assessori, che comunque, per via del proprio contributo alla macchina amministrativa, tolgono diverso tempo al proprio lavoro. Discorso diverso, per il consiglio comunale, dove in periodi di spending review, non si può sognare di immaginare un altro tipo di rimborso, tranne quello a gettoni di presenza, ma che allo stesso tempo mostra i limiti di un sistema che rischia di dare come “rimborso spesa” a un singolo consigliere 322 euro per sei mesi di attività, senza considerare il peso di vigilanza della macchina amministrativa che grava sulle spalle di chi, che sia in maggioranza o all’opposizione, ha il dovere di vigilare sull’operato della giunta. E poi c’è da non dimenticare che la democrazia ha sempre un costo, e non è che per abbattere questo costo che si viene meno agli impegni democratici. Ma questo non riguarda ovviamente solo il Comune di Terracina.LA GIUNTA. Chi ha percepito di più, come è ovvio che sia, è il primo cittadino Nicola Procaccini, a cui è stata corrisposta una cifra per sei mesi di amministrazione (da luglio a dicembre 2016) pari a quasi 22 mila euro. A seguire, ovviamente c’è il vice sindaco Roberta Tintari con poco più di 11 mila euro e poi gli altri membri della giunta municipale. Anche il presidente del consiglio comunale, Gianfranco Sciscione, alla luce del ruolo strategico nell’amministrazione comunale, ha un discreto, seppur non così importante ritorno economico, pesato in poco più di 5 mila euro (che rappresentano sempre la cifra complessiva dei primi sei mesi del mandato). Alla luce di questo, si può osservare come il consiglio comunale, al netto del compenso del suo presidente, da luglio a dicembre ha avuto un’incidenza sulle casse pubbliche pari a meno di 12 mila euro.