domenica 6 novembre 2016

La Riviera d’Ulisse è già un museo a cielo aperto


5 novembre 2016

di Simone Nardone

Finalmente dopo anni di scelte inutili e scellerate, o peggio caratterizzate da un immobilismo preoccupante, in alcuni Comuni del sud pontino come Terracina e Fondi si inizia, seppur timidamente, a parlare di sistema museale diffuso o integrato.

A Terracina viene presentato come lo strumento per riportare al centro il turismo culturale,sfruttando le migliaia di tagliandi staccati a Monte Giove,permettendo in questo modo che i turisti visitino anche altri luoghi d’interesse come il ristrutturato palazzo della Bonifica. A Fondi, invece, l`idea arriva per voce di un gruppo di maggioranza consiliaredopo che per anni le proposte di diverse associazioni locali erano cadute nel vuoto. Da citare tra le ultime il progetto del 2015 “Turismo3” a cura dei soci di Obiettivo Comune.

Per leggere l'articolo al link originale cliccare di seguito: http://www.h24notizie.com/2016/11/la-riviera-dulisse-e-gia-un-museo-a-cielo-aperto/2/

Per fortuna se ne parla. Eppure è ancora troppo poco. Sì, perché in tutto il territorio della provincia di Latina, con un attenzione particolare al sud della provincia che è l’area maggiormente turistica, si continua a ragionare in termini evidentemente miopi. Già di per sé, il fatto che ci sia la possibilità di un’apertura verso un`idea di turismo “diffuso” è positiva. Quasi una rivoluzione culturale per alcuni territori. Di contro, come si può pensare che un sistema museale integrato in una città come Terracina o come Fondi possa essere l’unico strumento per catalizzare l’interesse di chi viene in zona per andare al mare e non per innamorarsi delle bellezze storiche e culturali che questa terra possiede?Per chi non sapesse di cosa si parla quando si fa riferimento al museo integrato o diffuso, ci si riferisce a diversi luoghi o sistemi museali che vengono integrati all’interno di un unico polo. Tradotto in parole ancora più semplici: con un unico biglietto si possono visitare le diverse aree di interesse culturale all’interno del sistema museale.

Per farlo c’è obiettivamente bisogno di una visione diversa. Una proposta politica di spessore in grado di rivoluzionare, anche culturalmente, lo spirito imprenditoriale della zona. È sicuramente compito di chi amministra tentare di fare ciò, pensare che attraverso questa rete con gli Enti sparsi su un territorio si può e si deve disegnare un marchio turistico, al cui interno devono risiedere bellezze naturali, luoghi di interesse, poli museali diversi che dovrebbero divenire traino l’uno dell’altro e non indifferenti o, peggio ancora, in concorrenza tra loro.

Serve un disegno d’insieme, qualcosa che permetta a tutti i Comuni e agli altri Enti del comprensorio come i Parchi naturali, di entrare in un meccanismo, di fare rete. Solo una promozione incrociata farebbe indirettamente nascere quel sistema museale a cielo aperto, in cui spesso già camminiamo tutti i giorni senza neppure rendercene conto.Sarebbe interessante, o quanto meno intrigante, immaginare un unico grande museo diffuso della Riviera d’Ulisse, che vada dalle bellezze naturali del Circeo, alle grotte di Pastena, o alla caratteristica Campodimele e alla tradizione della longevità, passando per la storia dell’antipapa di Fondi e arrivando al museo archeologico della villa di Tiberio di Sperlonga o al tempio di Giove Anxur di Terracina.È paradossale ad esempio che a Fondi chi si reca al museo civico nel castello, non sa che nello stesso territorio comunale c’è un nuovo museo, della cultura ebraica all’interno del quartiere giudaico e di competenza del Parco dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi. Forse è ancora peggio considerare che chi va in visita in quel di Sperlonga non trova che poche informazioni sul locale museo archeologico, senza citare le bellezze culturali e naturali nei Comuni adiacenti. Stessa cosa se si sale al tempio di Giove di Terracina . Come se non fosse possibile una promozione incrociata, con la presenza di materiale promozionale in loco.

Forse si tratta di un disegno utopico? Può darsi, ma perché non si può giocare sulla promozione di territori uniti geograficamente o culturalmente come i nostri, seguendo esempi generalmente riconosciuti nel mondo e neppure troppo lontano da noi come i Castelli Romani o i territori della Costiera Amalfitana? Un marchio, una zona, una denominazione come la nostra, come ad esempio la già citata “Riviera d’Ulisse” ha sicuramente più appeal turistico di una singola città o di un solo museo.

Si dice che volere è potere, e allora è giusto che si lanci un’idea nella speranza che il tempo e qualcuno la raccolga, sapendo perfettamente che per mettere in pratica un qualcosa del genere si può incorrere in delle criticità o difficoltà, anche serie, di un territorio di confine. Un rischio che si corre anche nel caso in cui a dover gestire un’eventuale maxi struttura museale venga investita una società o un gruppo di operatori professionisti del settore e non di competenza pubblica. Certo i dubbi sono legittimi anche in termini di vigilanza se si considera che l’Anac (l’Autorità Nazionale Anti Corruzione), per voce del suo presidente Raffaele Cantone, nei giorni scorsi ha accusato che si rischia di non poter operare, affermando addirittura di essere “alla canna del gas”. Ma come si può limitare un sogno se si riconosce che può essere la strada da seguire? Non si può, bisogna solo trovare il modo di vederlo realizzare.Da qui si potrebbe partire con dei tavoli tecnici, con accordi tra Enti per permettere dei piccoli passi verso quel sistema più complesso che dovrebbe vedere alla fine la nascita di un unico polo museale in un comprensorio mediamente vasto come quello del sud pontino o dell’intera Provincia. Esistono esperienze anche in zone d’Italia che permettono l’acquisto mediante abbonamenti di tagliandi per i principali musei di intere città, di alcune aree territoriali o addirittura di un’intera Regione: si tratta solo di programmare e realizzare.