da Emmaus
Bollettino parrocchiale di San Paolo ap. Fondi - Maggio 2014
Da sempre il nosocomio di Fondi, il San
Giovanni di Dio, continua a rimanere al centro dei temi sociali della città. Un
importante polo sanitario che serve non solo il bacino della popolazione
cittadina, ma anche quella dei comuni adiacenti. Dall’altra parte, però, un
ospedale che non ha pace tra idee di accorpamento e ridimensionamento da una
parte e possibilità di chiusura dall’altra. Purtroppo, come è facilmente
intuibile, la sanità, essendo un settore pubblico, in periodi di crisi
economica, diventa per forza di cose un settore su cui passare la cesoia,
perché la parola chiave diventa “Tagliare”.
Così mentre da una parte si gioca una
partita politica a cavallo tra la speculazione elettorale e la cavalcata del
tema principe delle attenzioni dei cittadini fondani, a noi cattolici, credenti
e praticanti è richiesta una particolare attenzione sul tema. Il diritto alla
salute, dopotutto è uno dei punti cardine con cui si apre il Compendio della
Dottrina sociale della Chiesa e sui quali dovremmo batterci non solo come
fratelli ma anche come cittadini. La costituzione italiana all’articolo 32
sancisce che il diritto alla salute è un “fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività”. Il parlare così in generale
ci porta a riflettere sul fatto che la popolazione italiana è comunque
fortunata, poiché il diritto alla salute è apparentemente garantito. Una
garanzia, però, che rischia di essere affiancata ad una buona dose di fortuna.
Il rischio, però, è che ci si trovi a barattare l’efficienza con la vicinanza a
strutture di riferimento. Ovvio è che quando ci si trovi a parlare di
salvaguardia della salute, l’efficienza è di primaria importanza, ma non si può
pensare di decentrare o per meglio dire riaccentrare la geografia
sanitaria, perché a quel punto il rischio
è che il diritto alla salute venga meno. L’ospedale in primis e il Pronto
Soccorso in secundis non possono essere toccati per l’importanza numerica e
geografica del nostro territorio. Poco importa se la politica risponde che mai
ciò è stato messo in discussione, poiché essendo la sanità, la salute e
l’ospedale principi inviolabili della vita comunitaria cittadina, meglio
riaffermarli anche senza che siano davvero a rischio, che temere che vengano
usurpati. In questo senso, l’attivismo di una città da sempre affezionata al
suo ospedale non può che dimostrare anche l’attenzione di tanti e tanti
cittadini verso uno dei diritti più importanti. Che ben vengano, dunque,
fiaccolate, come quella che si è svolta nei mesi scorsi. Che ben vengano raccolte firme,
che dimostrano, al contrario dell’immaginario collettivo, come la cittadinanza
attiva per i temi che contano davvero ancora esiste. A tutto ciò, però, bisogna
aggiungere l’attenzione ad un crescente spirito critico nelle coscienze, capace
di discernere la veridicità o meno di alcune notizie, di alcune polemiche e in
grado di giudicare al di là di un colore politico una giusta causa per
manifestare e per far valere i propri diritti. Un esercizio a cui tutti dobbiamo
sottoporci. Ricordando a noi stessi e alla classe politica di qualsiasi livello
che la fiducia che noi riponiamo nei loro confronti è strettamente legata alle
opere come alla garanzia di veder tutelati i nostri diritti.
Simone Nardone