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domenica 14 gennaio 2024
TERRA NON PROMESSA
Era passato poco più di un anno da quando Bartolomeu Dias era tornato in Portogallo dopo aver doppiato il Capo di Buona Speranza e pochi da quando la Venere veniva ultimata da Botticelli.
Quell’uomo, che puntava a realizzare un’impresa epica, quella di circumnavigare il globo, si stava in realtà trovando a compiere la più grande scoperta della modernità, quella che diede effettivamente il via ad una nuova epoca. “Terra!” gridava colui che di vedetta era issato sull’albero della Santa Maria. Neppure uno sguardo era rivolto alla Nina e la Pinta, ma solo a quel tratto di costa di San Salvador sul quale sarebbero attraccati di lì a poco.
Avevo passato gran parte della traversata a scrutare Cristoforo Colombo, la sua determinazione, quel modo unico di affrontare il viaggio con garbo e certezza dei risultati. Ma soprattutto, i suoi momenti in solitaria, sul ponte, o la sera quando non lasciava mai gli ambienti comuni senza concedersi un segno di croce. Eppure, la compostezza e il suo aplomb erano svaniti nell’entusiasmo di quella conquista. Il sogno di una vita si era realizzato in un istante, persino inaspettato nei tempi, e sarebbe stato ancora più sconvolgente quando in futuro sarebbe arrivata la certezza del successo ottenuto: non il raggiungimento delle Indie, ma la scoperta dell’America.
Quel giorno di ottobre del 1492 Colombo e il nostro equipaggio raggiungevano le coste di quell’isola nell’Atlantico. Anni dopo, invece, mi trovai a pormi una domanda a cui ancora non so dare risposta: quel segno di croce, di pace, di speranza, di un uomo eticamente quasi impeccabile, avrebbe saputo digerire fino in fondo le razzie, le conquiste sanguinose e gli stermini che i suoi uomini, e quelli che arrivarono dopo, fecero su una terra che, seppur salutata da distanza con tanto entusiasmo, è stata violentata in ogni modo possibile? Ricordo i sorrisi sulle navi, come le braccia tese di persone buone che salutavano gli avventurieri con la speranza che i loro sogni si realizzassero nell’inconsapevolezza che quel giorno, su quell’isola di quella terra che non era stata promessa a nessuno, nella modernità nasceva il contemporaneo pregiudizio.
Simone Nardone
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