Contattati tutti insieme, agli aspiranti sindaci sono state sottoposte un egual numero le domande, cercando di differenziare i quesiti anche in base alla connotazione politica o propri cavalli di battaglia fatti emergere in campagna elettorale.
Il quinto che abbiamo incontrato è Giulio Mastrobattista espressione di una coalizione civica e di destra che vede in suo supporto tre liste: quella di Fratelli d’Italia, Patto per Fondi e la civica Giulio Mastrobattista Sindaco.
Mastrobattista, 55 anni, fin da giovane nella Democrazia Cristiana, negli ultimi tempi si è collocato nel partito di Giorgia Meloni che lo ha candidato a sindaco di Fondi. Non è a caccia della prima esperienza amministrativa, poiché ha già ricoperto incarichi istituzionali nella vicina Lenola. È alla prima candidatura in quel di Fondi; nella vita Mastrobattista è un avvocato molto conosciuto in tutta la provincia di Latina e non solo.
Cosa l’ha spinta a “scendere in campo” candidandosi a sindaco di Fondi?
Sicuramente mi hanno spinto a correre in questa tornata elettorale, sensazioni legate all’amore per la mia città. Sono stato suscitato da quel senso innato di difesa che una persona debole o malata ti ispira. Fondi è purtroppo ancora “malata” perché non ha superato il trauma della richiesta di scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale, perché ancora non ha consapevolezza di quanto accaduto. E poi mi permetta, in una città dove ci si preoccupa di un gesto che mi è stato additato, ma che significava altro, dove non è ancora risolta la questione dello scioglimento del consiglio comunale e dove ci sono candidati sindaco condannati per reati contro la pubblica amministrazione penso ci sia bisogno di una cura, perché questi sono tutti sintomi della malattia a cui facevo riferimento prima.
Se dovesse vincere le elezioni, quale sarà il primo provvedimento che metterà in campo nei primi cento giorni di Amministrazione della città?
Bella domanda, dopo dieci giorni libererei l’ingresso di Fondi dal risultato del peggior provvedimento adottato da un’amministrazione di questo territorio: sto parlando dei bandoni spartitraffico in plastica per la viabilità di Ponte Selce. Compirei questo atto non per l’importanza che ciò rappresenta ma per il simbolo e per ridare un po’ di dignità ad uno degli ingressi della città. Il primo atto sostanziale, invece, sul quale mi concentrerei, è la revisione di tutti i dirigenti comunali.
Più volte ha fatto riferimento al “rigore morale” in questa campagna elettorale. Cosa intende con ciò e come pensa di poterlo portare avanti se da fine settembre o inizio ottobre dovesse vestire la fascia tricolore?
Il rigore morale, a differenza di “onestà onestà” non è uno slogan, bensì uno stile di vita. Rigore morale è sinonimo di trasparenza negli appalti pubblici, nell’assegnazione di servizi e persino nell’assegnazione di beni pubblici come ad esempio può essere un chiosco al mare. Ma anche un rigore morale nella selezione trasparente dei giovani di Fondi che vanno innestati nella pianta organica del Comune di Fondi. Questo, ad esempio, non può farlo un sindaco che è stato condannato per abuso d’ufficio e falso proprio per aver assunto un prossimo congiunto. Questo è rigore morale, il resto sono chiacchiere da campagna elettorale.
Al di là del “rigore morale”, quali sono i principali ambiti amministrativi su cui concentrerebbe l’attenzione e per quale motivo?
Credo che la prossima amministrazione, la mia amministrazione, debba prima di tutto rivolgere lo sguardo verso gli ultimi e i diversamente abili, ma non solo. Dovrà ad esempio essere istituita una delega all’industria e al commercio per arginare la deindustrializzazione del territorio. Solo così, solo avendo un’attenzione concreta verso il settore del commercio si può cercare di far crescere l’economia reale. Inoltre dovremo puntare tanto sulla rigenerazione urbana per recuperare le aree dimenticate del territorio. La mia amministrazione si dovrà distinguere per quel che fa ma non si vede, ovvero gli impianti fognari, che vanno realizzati a Selvavetere e in altre zone periferiche. Solo così potremo incidere sull’ambiente e sul territorio che le passate amministrazioni hanno dimenticato e scempiato.
Lei è stato protagonista della prima polemica politica di questa campagna elettorale che l’ha vista battibeccare con la sezione Anpi locale. Senza entrare nel merito della questione, in quell’occasione lei si è definito un uomo di destra ma antifascista. È questo che vuole rappresentare la sua coalizione?
La mia coalizione è certamente di destra e chiaramente eterogenea. Se avessero capito che il mio tentativo, tra l’altro riuscito, era quello di racchiudere tutte le forze di destra nel recinto costituzionale e quindi democratico, avrebbero compreso che ho adempiuto alla mia missione di antifascista convinto. Io credo che anche a livello locale, chi a destra vuole avere l’agibilità politica deve rispettare i valori della Carta costituzionale senno sta fuori, e non è l’Anpi che li mette fuori ma sono io in qualità di garante della coalizione. Certo, in una dialettica politica chi si preoccupa di queste cose e non si preoccupa della questione morale, di un candidato condannato e delle infiltrazioni della criminalità organizzata non potrà mai essere un mio interlocutore.
In questa settimana che precede il voto, si parla molto di ballottaggio. La domanda che le faccio è: sia che ci vada lei, sia che dovesse essere escluso dall’eventuale secondo turno, come si pone in un’ottica di questo tipo? Valuterà eventuali apparentamenti?
Io non faccio apparentamenti con nessuno. Lo voglio dire in modo chiaro e netto. Nel caso in cui andrò al ballottaggio la mia proposta politica rimarrà graniticamente ancorata alla volontà di rinnovamento. Questa proposta, ovviamente, non posso inquinarla con innesti di alcun tipo che rappresentano il passato. In poche parole o si cambia Fondi o Fondi non cambia.
In cosa, politicamente, lei si differenzia ad esempio da Luigi Parisella o da Beniamino Maschietto che politicamente rappresentano in un certo senso la vecchia e la nuova faccia dell’altra parte del centrodestra locale. Ma soprattutto, perché gli elettori di Fondi dovrebbero votare per la sua coalizione e per lei candidato sindaco?
La risposta è semplice: il futuro del centrodestra è Fratelli d’Italia. Personalmente non avrei mai potuto fare un’alleanza politica o strategica con chi ha determinato direttamente o indirettamente una richiesta di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Le ripeto, gli altri rappresentano il passato, noi siamo il futuro di questo territorio e con le responsabilità del passato non abbiamo nulla a che vedere. La loro proposta è distinta e distante dalla nostra storia personale familiare, politica e amministrativa.