giovedì 24 settembre 2020

Comunali a Fondi, tra ballottaggio e seggi ecco l’analisi del voto

 h24notizie.com


Solo nel tardo pomeriggio di mercoledì sono arrivati i dati ufficiali a certificare che a Fondi si va al ballottaggio. Incredibile ma vero, dopo quasi 34 ore dall’inizio dello spoglio di martedì, dopo le 19 del 23 settembre è “arrivata” anche la famosa sezione numero 16, riconteggiata nella giornata di ieri.

Con quei voti inseriti è diventato ufficiale il turno di ballottaggio che vedrà contrapposti il prossimo 4 e 5 ottobre prossimi i candidati sindaco Beniamino Maschietto e Luigi Parisella, l’attuale vice sindaco facente funzioni e l’ex primo cittadino. A Maschietto, che ha chiuso lo spoglio del primo turno al 49,50% dei voti validi sono mancati solo 116 voti nel computo complessivo per vincere senza bisogno del ballottaggio.

Poca cosa direbbero i più, ma in realtà la questione è politicamente importante poiché Fondi conosce una propria maggioranza Forza Italia centrica da 26 anni e dal lontano ’94 non era mai andata al ballottaggio. Fa riflettere che nel 2010 dopo le dimissioni dell’allora amministrazione guidata da Luigi Parisella a seguito del polverone sul “Caso Fondi”, Salvatore De Meo fu eletto con la percentuale “più bassa” da quando c’è l’elezione diretta del sindaco (a parte il 1994 quando si andò al ballottaggio) con un tranquillo 55%.

Molti che non hanno vissuto da vicino la campagna elettorale fondana non si aspettavano il ballottaggio, e forse, neppure dall’entourage del vice sindaco c’era questa percezione, basti pensare che le sei liste in suo supporto hanno raccolto il 60,39% dei consensi, oltre il 10% di scarto. Certo, questi numeri garantiscono già la formazione di una maggioranza, prima ancora del secondo turno, con l’amministrazione uscente che dovrebbe riuscire a ottenere dopo il secondo turno 16 consiglieri su 24, ma pone un problema politico serio. Indiscrezioni parlano di clima teso, malgrado l’ottimismo sui risultati del secondo turno. Un clima teso non dovuto al timore di poter perdere ma una sorta di “caccia” a chi ha deciso di puntare su un altro candidato sindaco. Vengono dunque a galla i dubbi della base e non solo che, nei mesi aveva pensato ad altri papabili candidati sindaco e che poi si è vista “calare” Maschietto, fortissimo nella sua zona il Salto di Fondi, ma che anche elettoralmente non ha “sfondato” né al centro né nelle altre periferie. Dettaglio non trascurabile, seppur difficilmente comparabile per il frazionamento proprio a destra, alle amministrative del 2015 De Meo aveva conquistato il 69,40% dei consensi e le sue liste erano andate persino meglio. Numeri che permettono di dare un “peso” alle difficoltà elettorali della maggioranza uscente.

Dalle altre parti, clima di successo in casa civica targata Luigi Parisella che è riuscito – anche grazie ai risultati dei suoi sfidanti – a portare il centrodestra amministrativo al ballottaggio, seppur le liste si siano dimostrate oggettivamente un po’ sottotono rispetto alle aspettative. Alla fine ha retto la popolarità del candidato sindaco che nel caso specifico è riuscito a raccogliere ben 1.117 voti in più del computo della propria coalizione. Un attestato di stima e elemento di forza elettorale su cui ha già iniziato questa breve e intensa campagna verso il ballottaggio.

Clima “silenzioso”, ma non per questo ammutolito in casa Mastrobattista, seppur lo stesso aspirante primo cittadino aveva spiegato di ambire per sé al ballottaggio. Anche in questo caso il raccolto è tutt’altro che scarso: 3.061 voti per il candidato sindaco Giulio Mastrobattista che si attesta al terzo posto, ottenendo tra l’altro una bella affermazione personale riuscendo a conquistare 726 voti più di quelli delle sue liste. Voti, comunque, che dovrebbero permettere alla sua coalizione di ottenere ben due seggi nel prossimo consiglio comunale.

Successone per l’esperienza civica di Fondi Vera che si presenta per la prima volta alle urne e porta il proprio candidato sindaco Francesco Ciccone dritto in consiglio comunale. Davvero consistente l’affermazione di Ciccone che ottiene 1.833 voti (ben 664 più della sua lista). Un risultato che lo porta a superare come voti per candidati a sindaco quello del centrosinistra De Filippis, ma che lo pone sotto in termini di computo delle liste. Ma poco conta, poiché anche la coalizione di De Filippis non va oltre il singolo scranno conquistato in consiglio comunale.

In realtà, la coalizione con a capo Raniero De Filippis e che vedeva al proprio interno la civica di Camminare Insieme e il Partito Democratico, hanno deluso le aspettative. Per utilizzare un termine di paragone, al di là di poco più del 7% raccolto, cinque anni fa il già deludente risultato del candidato sindaco Mario Fiorillo era comunque valso 3.230 voti, quasi dimezzati con i 1.723 dello spoglio concluso ieri. Certo è che non tutte le colpe vengono addossate al capo della coalizione perché le liste non sono andate meglio, anzi, se possibile hanno avuto anche una leggerissima flessione con il Partito Democratico praticamente scomparso al 3%. Nonostante tutto, c’è dell’altro amaro in bocca per non aver ottenuto il secondo seggio in consiglio comunale, che non riuscirà a scattare per appena qualche decina di voti.

Si leccano le ferite anche in casa Movimento Cinque Stelle, dove il candidato sindaco Giuseppe Manzo non è andato oltre le 506 preferenze, conquistando un centinaio di voti più della lista ma diventando, di fatto, l’unico aspirante primo cittadino a non riuscire ad entrare nel prossimo consiglio comunale.

Il day after dei risultati elettorali comunque pone tutti gli schieramenti in un clima in cui si tenta di recuperare le forze per il rush finale verso il ballottaggio, dove sicuramente Maschietto parte favorito ma con l’incognita della “debolezza” di quel disgiunto del primo turno, e cosa più importante, senza conoscere fino in fondo se gli elettori dei candidati esclusi dal secondo turno si recheranno o meno ai seggi.