L’ordinaria Amministrazione, come si può ovviamente osservare da come si sta muovendo la prima cittadina Paola Villa in questi giorni di conferenze, inaugurazioni ed emergenza legata al Covid-19, prosegue senza sosta. Ma il problema politico della crisi di maggioranza c’è, rimane un dato di fatto che può anche rischiare di creare problemi alla straordinaria Amministrazione, quella che comporta la programmazione.
Dopo le fuoriuscite e i vertici di maggioranza, la questione non solo non si è risolta, ma se possibile ha lasciato tutti in un limbo e le forze politiche in stand by.
Il fatto di ieri pomeriggio, denunciato anche sui social dal consigliere di opposizione Pasquale Cardillo Cupo evidenzia proprio questo. La commissione Lavori Pubblici, quella della sfilza di punti all’ordine del giorno che già era saltata una volta per via delle prime avvisaglie di problemi di numeri in maggioranza, è andata nuovamente deserta.
La maggioranza, secondo quanto reso noto dalle opposizioni, non avrebbe fatto trovare il numero legale. Ovviamente non si tratta di una strategia ma di un sintomo che le questioni interne alla maggioranza non sono ancora risolte.
Secondo alcune indiscrezioni, la prima cittadina Paola Villa starebbe lavorando per cercare di trovare alcuni punti (si parla di quattro) su cui ricompattare tutti e proseguire l’azione amministrativa. Ma se il fatto di ieri è una seconda risposta, dopo la prima di non voler aprire dialoghi all’interno della stessa maggioranza da chi ne è formalmente uscito, la questione diventa complessa.
Una complessità dovuta anche alla gestione istituzionale della vicenda dove, una parte della maggioranza non vuole aprirsi all’esterno, i fuoriusciti che vorrebbero – sempre secondo voci di corridoio – una “grande coalizione” e le opposizioni che chiedono le dimissioni.
Insomma, alla fine una soluzione si dovrà trovare per istituzionalizzare una crisi che al momento rimane formalmente solo politica. Le ipotesi, salvo repentini riavvicinamenti in riunioni dentro e fuori il Municipio, vedono la possibilità delle dimissioni della prima cittadina, che potrebbe anche ritirarle dopo qualche giorno, giusto il tempo di aprire una crisi che al momento è solo nell’aria e risolverla direttamente mettendo i suoi con le spalle al muro. L’alternativa, più rischiosa, è quella di convocare un consiglio comunale che, rischierebbe o di andare deserto senza i numeri legali, o che potrebbe trasformarsi nel terreno di scontro tra le diverse anime. Ipotesi che comprometterebbe, presumibilmente, la possibilità di proseguire l’azione amministrativa.