giovedì 22 gennaio 2015

Pre-Conclave repubblicano

Sono giorni ormai, che rifletto sulla figura del futuro Presidente della Repubblica con uno spirito quasi da pre Conclave, più che da analisi politica. Credo che mai come questa volta, visti i precedenti dell'ultima elezione e visto il livello della politica in Italia servirebbe lo spirito delle riunioni delle congregazioni più che quello dei patti nei palazzi, dei sondaggi on line o le pagine sui social network intitolate a fantomatiche figure adatte a ricoprire la più alta carica dello Stato.
Al contrario, sarebbe opportuno individuare che tipologia di figura serve al Paese più che parlare di nomi.
Tanti, ad esempio fanno i nomi di illustri economisti, che personalmente malgrado l'altissimo spessore professionale non credo offrano al Paese la garanzia e la sicurezza che un Presidente della Repubblica deve trasmettere ai suoi cittadini in questo particolare e delicato momento storico.
Dall'altra parte non serve neppure un tecnico, in qualsiasi accezione del termine stesso. Il Paese, oggi, ha bisogno di un uomo (o una donna) veri, politici nel senso alto del termine stesso. Si dovrebbe probabilmente evitare qualsiasi personalità in grado di offrire facile strumentalizzazione alle altre forze politiche: nessun ex leader di coalizione, nessuna donna (o uomo) ricattabile politicamente, o in debito con il suo partito. Servirebbe un'alta personalità in grado di gestire al meglio il sistema politico, perché lo ha vissuto e lo conosce da una parte, ma in grado di sgridarlo e rigenerarlo dall'altra. Possibilmente qualcuno non in grado di offrire il fianco all'opinione pubblica con ombre sul presente come sul passato. Ma soprattutto qualcuno in grado di porsi più come Capo di Stato che come Presidente della Repubblica. 
Abbiamo sì bisogno di un'uomo (o donna) delle istituzioni, ma forse abbiamo più bisogno di una persona in grado di far (r)innamorare gli italiani del Paese in cui oggi faticano ancora a credere e a vivere come un'opportunità da cogliere.