Seguire uno spoglio di schede è sempre intrigante. Sembra che tutto vada per un verso, ma di fatto non ti rendi mai conto di ciò che accade realmente fin quando le schede nell’urna tendono a terminare e l'esito diventa pronosticabile.
Lo sanno bene Bersani e Prodi, e molti si domandano se domani Renzi e Mattarella (curiosità istituzionale, forse è la prima volta che candidato al Quirinale e Premier non votano per il Colle) si daranno una risposta.
Tante sono le polemiche di questi giorni. Dall’accusa della frangia Pd a Renzi per la prassi a cui si è arrivati a partorire il nominativo fino al plauso e l’applauso di tutto il centrosinistra al nome di Mattarella. Dalle garanzie di mediazione di Forza Italia al senso di tradimento che si dice esprima Berlusconi; dall’alleanza con Alfano al rischio di ricompattare il centrodestra.
Io personalmente sono felice, al momento. Si sapeva che nelle prime 3 votazioni non si sarebbe provato ad eleggere nessun Presidente, e in questi giorni osservo con piacere che si è pensato all’identikit di cui parlavo nel post Pre-Conclave Repubblicano, esprimendo forse con Mattarella la miglior candidatura che si potesse trovare.
Ma non è finita. In politica si sa che può succedere di tutto, ma credo che domani Sergio Mattarella diventerà il nuovo Presidente della Repubblica, se non altro perché il rischio forse non percepito fino in fondo, o semplicemente non espresso da Forza Italia e Nuovo Centro Destra, è che se bruciano Mattarella, Renzi potrebbe andare alla caccia della quarta maggioranza parlamentare guardando ai Cinque Stelle, con un Capo di Stato che potrebbe essere addirittura “più scomodo” di Mattarella.
Prossima puntata della fiction "Chi ci mandiamo al Colle”, domani da Montecitorio.