lunedì 29 ottobre 2012

Quando i boss vengono a morire nel basso Lazio

26lettere.it 23 ago 2012

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La notizia che battono in queste ore le Agenzie di stampa è di quelle che lascia davvero senza parole, per la crudeltà e la drammaticità che accumunano sempre le stragi e gli assassini di mafia. Sette proiettili, quindici bossoli per terra, una pozza di sangue, un uomo morto, e il panico. Il tutto non è accaduto però a Scampia a Napoli o a Brancaccio a Palermo, ma appena fuori uno dei principali stabilimenti del litorale di Terracina. Così il basso Lazio torna a parlare di mafia.

Perché è vero che i boss vengono a fare le ferie nelle mete più belle e più ambite del litorale del sud pontino. L'omicidio di oggi fa riflettere su due elementi molto distanti tra loro ma allo stesso tempo fondamentali: il primo quello dell'uccisione di un uomo, anche se un boss di mafia, in mezzo la gente, per rendere il tutto ancor più eclatante, in pieno stile mafioso, per rimarcare chi è che ha potere sul territorio; il secondo quello della mafia stessa. Giusto dire che la mafia c'è, anche qui da noi, dalle nostre parti? A parte i fedeli negazionisti, penso che oggi, soprattutto dopo la notizia della sparatoria in spiaggia, quasi tutti genealizzerebbero in modo al quanto errato su un secco "Sì". 

Ma non è questo episodio che fa di Terracina, Fondi o le altre località del basso Lazio un territorio di mafia. Sono altri gli apsetti, accertati o in fase di accertamento da parte delle Forze dell'Ordine e della Magistratura che stanno mettendo in luce come qualcosa di mafioso o almeno di criminale, nel corso del tempo o nel presente c'è anche dalle nostri parti. Tutto questo mentre i comuni cittadini non possono far altro che stare a guardare, e se riescono ad avere il coraggio, denunciare. Quel che è vero, è che anche se quello di oggi con ogni probabilità rimarrà un episodio del tutto isolato nella rinomata Terracina e in tutto il sud pontino, se prima si diceva che questa zona della penisola non poteva essere considerata zona di mafia perché la gente non moriva ammazzata per strada per un regolamento di conti come accade altrove, forse oggi anche noi siamo entrati in questa strana e triste classifica. O semplicemente oggi si è accesa una spia che già lampeggiava da diverso tempo.

di Simone Nardone

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