Forse a Fondi, ci saranno dei compagni di corso di ‘pontologia’, di quel fantastico sketch di Ficarra e Picone quando progettavano il ponte sullo stretto di Messina, ma da qualche anno l’idea di assomigliare in piccolo a Brooklyn, sembra davvero un’aspirazione per la nostra piccola città. Certo, penso e spero che non si arrivi vagamente all’irriverenza dei due comici siciliani, che per ‘accontentare’ parenti e amici finivano per progettare un collegamento sullo stretto più famoso d’Italia con aree di servizio, palme nane e addirittura un asilo nido.
Ma se andiamo solo qualche anno a ritroso si ricorderanno le tante polemiche su quello che doveva essere il ponte pedonale che doveva mettere in collegamento Piazza Municipio con Piazza De Gasperi,
addirittura spostando in basso di qualche metro la strada sulla quale
doveva essere costruito il camminamento che era via Padre Alessio
Falanga. Innumerevoli le battute che rimbalzavano in ambienti politici e
in piazza, con molti che accusavano polemicamente di voler fare in
piccolo un ponte sostanzialmente inutile come lo sarebbe stato quello
sullo stretto. Polemiche politiche a parte, però, dopo qualche anno,
pare proprio che la fissa per i fondani o per coloro che vengono a
progettare e a riscoprire l’architettura nella Piana, passi proprio
attraverso i ponti. L’ultimo atto di questa piccola telenovela è la
notizia dei giorni scorsi - battuta tra l’altro dalla nostra testata -
che ha reso noto come le impalcature all’imbocco di Corso Appio Claudio a
Fondi, non sono lì per restaurare il maschio del castello ma per
ricostruire quello che anticamente era il ponticello che metteva in collegamento la fortezza fondana con Palazzo Caetani.
Tutto questo senza dimenticare che poco meno di una decina di anni fa è stata riqualificata piazza Sant’Anastasia a Fondi, dove l’opera più importante è stata quella che ha visto il rifacimento del ponte
– anche questo pedonale – che permette di spostarsi da un sponda
all’altra dell’omonimo canale. E anche qui erano state davvero tante le
polemiche, come del resto anche sugli altri casi dei ponti fondani,
sopraccitati, per via della dubbia utilità. O per meglio dire, nel caso
specifico del ponte di Sant’Anastasia, non sull’utilità vera e propria,
poiché lì un lavoro di rifacimento andava fatto anche per permettere
alle imbarcazioni di entrare ed uscire dal canale senza rischi di
rimanere incagliati alla vecchia struttura, bensì sulla fruibilità da
parte di tutti e soprattutto dei diversamente abili, che ancora oggi,
viste le scale su una delle due sponde del canale, e la presenza di un
ascensore non funzionante, non possono scendere in spiaggia.
Alla
fine dei conti, però, al di là di questa fissa per l’affascinante
struttura, che dalle nostre parti pare si stia tramutando in un amore
vero e proprio, è inutile fare ipotesi o parlare con i ‘se’ e con i
‘ma’, perché come recita un noto aforisma anonimo, facilmente
rintracciabile anche sul web “i se e i ma fanno attraversare mari e monti senza, però, costruire i ponti”.
di Simone Nardone
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