lunedì 29 ottobre 2012

La piazza che c'era...che c'è ancora

26lettere.it 19 set 2012

C'era una volta l'antica Grecia e quella cultura dell'Polis, delle città, che poi erano dei paesini nella maggior parte dei casi, dove la piazza, l'Agorà era concepita come il centro della città stato. Un centro non solo urbanistico ma soprattutto politico e sociale, perché, in una società la vita sociale migliora, si espande e cresce in base anche ai luoghi di aggregazione. Dopo qualche millennio, alcuni pilastri della cultura dell'antica Grecia sono talmente attuali da lasciare di sasso studiosi, filosofi e storici, e da permettere a noi di renderci conto anche come sono cambiate le cose. Fondi, ad esempio, che della cultura della "Piazza" ne ha sempre fatto un pilastro della sua cultura sociale, si ritrova, - come sottolineano spesso esponenti politici locali - una delle più vaste aree pedonali della Provincia di Latina.

Peccato, però, che la politica in parte sia uscita dalla piazza. Platone sarebbe probabilmente furioso al solo pensiero che in democrazia la politica non si possa fare sul suolo pubblico perché lo statuto comunale non lo prevede. Ma fortunatamente la politica, quella con la "P" maiuscola non sono solo i comizi, sono anche i discorsi, gli incontri, il raccontarsi di problemi e gli elementi di scontro e di confronto in un pacifico dibattito, che nessuno può vietare. Poi c'è il concetto di piazza, che nel corso dei secoli, anche rimanendo ancorato a quel principio dell'antica Grecia si è un po' esteso e allargato. Al tempo di Sparta e Atene, quando si parlava di agorà, si intendeva la piazza centrale e centro della vita cittadino, che oggi come oggi si fatica ad individuare anche a Fondi, dove davvero la vita della "piazza", per quanto cambiato è rimasto vivo nella vita di tanti cittadini. C'era un tempo, ormai lontano, dove questo punto centrale della vita cittadina era inteso come il quartiere delle Benedettine, della Giudea, ora riconsegnato in parte alla cittadinanza quasi come vicolo da museo, per ricordare semplicemente quel che è stato. 

Poi è arrivato il momento del più affascinante Corso Appio Claudio, la parte più storica del centro fondano, ora alla ricerca anche di una scossa commerciale, malgrado per decenni sia stato il centro delle boutique più rinomate. E infine Viale Viale Vittorio Emanuele III, quella che viene ormai oggettivamente riconosciuta come la "piazza" fondana. Ma i più piccoli, tra poco giovani e un domani adulti iniziano a individuare una sorta di concorrenzialità con la nuova Piazza De Gasperi e il suo contestatissimo anfiteatro. Perché se non è luogo di aggregazione quello quale lo è dovrebbe essere? Il punto è che in una società che si sviluppa con una città che cresce il minimo sarebbe pensare a nuovi spazi di aggregazione nelle periferie, nei quartieri meno residenziali, in modo tale di creare tante piazze, tanti luoghi di incontro per migliorare il nostro vivere civile e sociale. Ma forse è inutile fare questo tipo di ragionamento a Fondi, dove l'agorà, seppur nei limiti e nei nomi che ha avuto, che ha e che avrà, rimane sempre luogo di incontro e occasione per rivedere facce amiche e informarsi su ciò che accade in paese. Un paese che non è più una polisma che ormai è una vera città.

di Simone Nardone

*riproduzione riservata*