Chi è che a Fondi non conosce - anzi, purtroppo "conosceva" -
Domenico? Beh penso davvero in pochi. Nella fascia d'età dai 12 anni ai
28 quasi tutti sapevano chi era Domenico Capodacqua, il ragazzo dal sorriso d'un campione.
Avete presente quei bei ragazzi dalla faccia pulita, che lo sport li
forma, e loro vivono la propria vita con semplicità, serenità ed
armonia, perché sono bravi ad emozionarsi, vivere e non prendersi troppo
sul serio? Beh, sono quelle persone che hanno una marcia in più, e Domenico era uno di quelli.
Ricordo con un sorriso sulle labbra quando l'ho conosciuto, ancora
bambino. Veniva in parrocchia fondamentalmente per fare casino, per
divertirsi, ma aveva una dote innata, sapeva far divertire anche quando
non voleva. Uno spettacolo! Poi il sorriso, quel sorriso che
empaticamente ti costringeva a distendere le labbra anche a te, a
strizzare gli occhi e ad aprirgli il cuore. Leggo in queste ore i
commenti degli amici su Facebook, e non riesco ancora ad immaginarmi un
torneo di calcetto senza vederti dribblare, saltare l'uomo e tirare in
porta con la convizione di fare gol. Penso che erano solo un paio di
sere fa quando ci siamo visti l'ultima volta, se non vado errato in
piazza e te incrociando lo sguardo con il mio hai aperto ancora una
volta quel sorriso unico e irripetibile e m'hai chiamato con quell'altro
unico intercalare "Simò". Inutile dire che già sorridevo anche io,
perché con Domenico era così, magari, non ci si vedeva o non ci si
frequentava, ma lo mettevi per forza nel cuore e lui ti custodiva nel
suo. Una persona buona, un ragazzo buono di quelli che sono fuori dalle
frasi fatte "i giovani d'oggi", perché i giovani d'oggi, e Domenico ne è
stato testimonianza, sono anche quelli del "sorriso" e "pallone", e con
queste due parole, ti saluto. Arrivederci campione!
di Simone Nardone
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