26/06/2011 - Dopo l'interrogazione fatta scattare a Monte San Biagio dal consigliere di opposizione Pino Casale, sul potenziamento di un ripetitore in zona Castello, la così detta “questione antenne” torna in primissimo piano in tutto il comprensorio così come a Fondi. Numerose le proteste dei cittadini che nel corso del tempo avevano fatto sorgere comitati spontanei contestualmente all'istallazione di nuovi ripetitori telefonici, soprattutto quando istallati sopra le palazzine o in zone adiacenti ai centri abitati. In ordine cronologico, si ricordano le lamentele dei residenti del centro storico, quelle più sentite degli abitanti di via Roma e delle Querce, fino ad arrivare a quello di Ponte Tavolato, che aveva fatto scendere in campo anche insegnanti e genitori delle vicine scuole di Portone della Corte e i fedeli nonché il parroco di San Paolo. In realtà documentandosi sulla questione ci si rende conto che i ripetitori e le antenne non dovrebbero, il condizionale è d'obbligo, creare alcun problema alla salute, anche perché se usati a norma di legge non sono più dannosi dei semplici cellulari, con i quali la società civile convive ormai abitualmente. Il problema è proprio sull'emissione delle onde radio, che hanno dei vincoli in Italia pari a 6 volt/metro, molto inferiore rispetto ai 40 volt/metro previsti dalla normativa europea. Normativa definita “troppo restrittiva” dal ministro dello sviluppo economico Romani, parole non condivise dai tanti comitati locali, che continuano a chiedere al Comune di Fondi di intervenire sulla questione. Infatti, malgrado la legge n.36/2001 consegna il limite di emissioni alla competenza dello stato e quello delle autorizzazioni alle regioni, i comuni, come specificato nel comma 6 dell'articolo 8
Simone Nardone