mercoledì 6 novembre 2013

L. Elettorale, cambiarla? No, modificarla

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4 novembre 2013

In un periodo in cui il tema della riforma elettorale è tornato di moda se ne sentono di tutti i colori. In questo contesto la polemica è tra chi vuole un sistema più maggioritario, e chi invece preservando la premessa della governabilità tra gli obiettivi, lavora ad individuare un sistema proporzionale capace di consolidare un sistema politico già in precarie condizioni.

In pochi, però, pensano ad una modifica della legge 270 del 2005, che per ovvi motivi di semplicità chiameremo proposta di legge 270 bis. Questo innanzi tutto, perché anche migliorando sostanzialmente la legge elettorale vigente, difficilmente si riuscirebbe a togliere di dosso all’attuale sistema elettorale il vestito del Porcellum. Eppure l’idea con cui si dovrebbe ragionare è proprio quella di non demonizzare il sistema elettorale vigente, ma lavorare per poterlo migliorare e garantire un'applicazione più dignitosa di quelle del 2006 e del 2013.

Pertanto sulla base della proposta di legge 270 del 2005, si è provveduto a lavorare per improntare un ipotetico sistema capace di migliorarsi. Anche perché è da dare atto al Porcellum che comunque nel corso delle sue tre esperienze elettorali ha prodotto dei risultati. Risultati che in molti non considerano proprio sulla base di altri effetti ipotetici o certi che la stessa legge 270 ha creato parallelamente a quanto appena affermato. Malgrado ciò bisogna sostanzialmente ammettere che quando dalle urne escono dei risultati elettorali definibili come “casi limite”, come quelli emersi nel 2006 e nel 2013, è difficile pensare di costruire un sistema elettorale in grado di definire “per forza” una maggioranza all’indomani del voto.

Pertanto una modifica di un sistema proporzionale – andando comunque a ritoccare quei correttivi come premi di maggioranze e sbarramenti - forse avrebbe cambiato, senza stravolgere i risultati, gli equilibri e le maggioranze. Il condizionale è d’obbligo, ma una lente d’ingrandimento su tutto questo ce l’abbiamo grazie alla simulazione sulle elezioni 2006, 2008 e 2013 con la legge 270 bis.

Il risultato, come si può osservare dall’analisi completa, è semplicemente speculare alle esperienze elettorali degli ultimi sette anni, ma il dubbio su come si sarebbero comportati partiti, coalizioni e elettori è lasciato all’ipotesi fantasiosa di esperti e lettori o della supposizione azzardata della ricerca stessa.

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