sabato 27 dicembre 2014

Aforismi: Due sorrisi

Avete mai provato a soffermarvi sulla bellezza di una risata vissuta di gusto? A me è capitato, e la risposta che mi sono dato è che quel momento può essere riassunto come felicità. La felicità di un singolo momento, non quella che noi individui ricerchiamo, quasi forsennatamente per un'intera vita. Quella, infatti, la troviamo solo quando il nostro sorriso si intreccia con altri sorrisi. Perché ridere o sorridere da solo è una sorta di felicità parziale, che si tramuta in complicità quando il tuo sorriso di riflesso è accompagnato da quello di qualcun altro, che spesso, è qualcuno che condivide con te un frammento di vita. Quella complicità, diventa Felicità con la "F" maiuscola, quel senso di un momento che dà senso e sapore alla vita.

"Un sorriso è felicità, due sorrisi sono complicità" Simone Nardone

giovedì 18 dicembre 2014

E toglieteci anche le Regioni…

Premesso che l’opinione pubblica preme sugli Enti regionali alla stessa stregua di come fa lo Stato nella razionalizzazione della spesa pubblica verso tutti gli Enti locali.

Premesso che “15 – Regioni – sono finite sotto inchiesta, 494 sono stati i consiglieri coinvolti, quasi 60 milioni di euro la cifra sulla quale i magistrati stanno ancora indagando” e che per una norma che ci è stata fatta passare come “transitoria” al momento non si aboliscono le Provincie, ma le si svuota solo del valore politico dal punto di vista rappresentativo.

Premesso che Roma ha bisogno di trovare una propria autonomia amministrativa che la proietti verso la concezione dell’area metropolitana di Roma Capitale, che alcune Regioni sono territorialmente e demograficamente sproporzionate rispetto ad altre e che l’articolo 131 della Costituzione italiana andrebbe rivisto. Premesso tutto questo, forse le conclusioni appaiono abbastanza affrettate.

Ci si stupisce come ogni qual volta che si deve razionalizzare, ovvero “rendere qualcosa conforme a criteri di razionalità e di funzionalità”, (come da vocabolario) si rischia di rimanere proiettati sul secondo aspetto, a volte tralasciando il primo.

martedì 16 dicembre 2014

Aforismi: Il letargo

Una battuta irriverente, un segnale di scoramento con una punta d'ironia. Una frase che segue il più comune dei luoghi comuni, quello del "dormirci su" quando alle prese con una situazione complicata, una scelta da affrontare o una decisione da prendere. Un detto, che poi diventa spesso reale, perché molte volte seguiamo il consiglio della consuetudine, addormentandosi con la quasi convinzione che al risveglio sarà più facile uscire dall'impasse. Al contempo è altrettanto vero che la lucidità spesso, non solo ci suggerisce della difficoltà che la consuetudine suggeritaci degli avi sia errata, ma anche che alcune situazioni hanno bisogno di molto, troppo tempo, per maturare delle risposte.

"Forse il letargo sarebbe un tempo adatto a dormirci su" - Simone Nardone 

giovedì 11 dicembre 2014

Aforismi: Inverno

I legami affettivi, si snodano tra tutti le stagioni, dall'entusiasmo dell'estate, al brio della primavera, passando per la malinconia dell'autunno. Eppure, forse, è l'inverno a rappresentarli meglio. Perché la forza di un legame affettivo, si vede nonostante le difficoltà della vita, (magari in inverno). Il "freddo", serve a far indurre i protagonisti, più vicini tra loro, per scaldarsi e proseguire a sostegno l'uno dell'altro. Ma entrambi necessitano oltre che di loro stessi, anche di fattori terzi, il "focolare", che aiuta oltre che a scaldarsi, anche a rigenerarsi dalle fatiche quotidiane.

"I legami affettivi hanno il sapore dell'inverno; il freddo che ti fortifica e ti tempra e il tepore del focolare per rigenerarti dalle fatiche quotidiane" Simone Nardone

martedì 9 dicembre 2014

Aforismi: Ricordi

Spesso capita, che per farci riaffiorare un ricordo, deve passarci tra le mani una lettera, o devono posarsi gli occhi su una fotografia. Eppure la forza di un ricordo, di quelli più forti e più veri - belli e brutti che siano - si poggia proprio sulla forza stessa che il ricordo ha, quasi che esso abbia vita propria e abiti in noi come ospite, pronto a fuoriuscire per inebriare di emozioni passate il nostro presente. Può apparire come un paradosso, ma se ci facciamo caso, non sono le parole, né tanto meno le "istantanee" o dei "documenti" a farci il solletico all'anima per ricordare un'emozione forte del passato. Certo, capita anche questo, ma più spesso, è quell'emozione che decide semplicemente di fuori uscire di nuovo, a dispetto di tutti, di tutto, e delle situazioni.

"I ricordi raffiorano tra istantanee non scattate e documenti non scritti" Simone Nardone

lunedì 8 dicembre 2014

Italicum tra Mattarellum e Porcellum



La bozza della nuova riforma elettorale targata Renzi-Boschi torna al centro del dibattito con un nuovo documento. Curioso il prospetto sulla base dei dati elettorali delle ultime tornate. Punti di forza e di debolezza di una riforma che auspica di essere il tassello centrale nel passaggio dalla Seconda alla Terza Repubblica italiana.

Renzi accelera, Berlusconi frena, Grillo accusa e tutti gli altri stanno a guardare. La questione sulla riforma elettorale è al palo, in attesa dell’accordo definitivo (o presunto tale) che porterebbe alla nascita dell’Italicum in stile 2.0.

LA RIFORMA
L’Italicum è la bozza del nuovo sistema elettorale. L’ultimo documento su cui stanno lavorando le forze politiche vede un ipotetico premio di maggioranza assegnato al partito che ottiene 40% dei voti (nella prima bozza la soglia era del 37% di coalizione). Se nessuno raggiunge tale soglia, è previsto un eventuale ballottaggio tra i primi due partiti che ottengono il maggior numero di voti. Il nodo più grande rimane lo sbarramento per i partiti più piccoli, che in molti vorrebbero al 5%, ma che alla fine potrebbe essere del 4% o 4,5% (nella prima bozza esistevano tre tipi di sbarramento come nel Porcellum 12% per le coalizioni, 8% per i partiti non coalizzati e 4,5% per quelli all’interno delle coalizioni). Cambia drasticamente anche il sistema che assegna i seggi, che per sommi capi dovrebbe essere per il 70% con l’espressione di una preferenza in piccoli collegi plurinominali e per il restante 30% eletti con un sistema proporzionale puro con liste bloccate su base regionale (la precedente bozza, prevedeva 120 collegi plurinominali in cui si eleggevano dai 3 ai 6 seggi, tutti con liste bloccate). Da sciogliere il tema delle candidature multiple (non previste nella prima bozza), dove i capolista potrebbero candidarsi in non più di 10 collegi. Infine, la questione non di poco conto dell’approvazione della riforma solo per la Camera, con la difficoltà di rendere operativo un sistema elettorale in grado di funzionare anche prima dell’eventuale superamento del bicameralismo perfetto. Si vocifera un’entrata in vigore nel 2016, vista l’impossibilità di norme transitorie o collegate alla riforma costituzionale per il Senato.

domenica 7 dicembre 2014

Chiesa, voce del verbo carità

da Emmaus
Bollettino parrocchiale di San Paolo ap. Fondi - Dicembre 2014

“Una Chiesa senza carità non esiste” l’avvertimento di Papa Francesco

Anche noi, a volte, diventiamo schiavi del lessico che comunemente viene usato ogni giorno, dimenticando o confondendo, il vero significato di Chiesa. Basta aprire un comune vocabolario della lingua italiana, per trovare i due significati abbastanza contrapposti tra loro elencati come segue: “Edificio consacrato al culto cristiano” e “Comunità di cristiani della stessa confessione religiosa”. Il primo concetto, strutturale, rappresenta il luogo fisico in cui i fedeli si incontrano tra loro e con il Signore. Il secondo il più alto senso cristiano, quello della “comunità” fatta di persone. Il solito contrapporsi tra il materiale, come le quattro mura di una parrocchia, e il vivere, come l’indefinita Casa del Signore che si snoda tra le pareti mobili di persone che si riuniscono nel suo nome.

mercoledì 3 dicembre 2014

Aforismi: La vita è un'attesa

Difficile oggigiorno fermarsi, guardarsi intorno e trovare qualcuno che non stia affrontando la vita in modo frenetico. Si dice spesso in modo abbastanza esemplificativo, che è il mondo che ti porta a correre. Difficile trovare qualcuno che abbia voglia o sia propenso a dire il contrario, eppure, se ci si pensa bene, quella corsa nella società contemporanea è quasi assurda. Un'assurdità dovuta principalmente al fatto che noi viviamo correndo, illudendoci di raggiungere dei traguardi. La maggior parte di noi, infatti, vive con la consapevolezza esplicita o subdola di attendere che qualche evento esterno venga a cambiare il proprio vivere quotidiano: l'amore che piove dal cielo, la telefonata per il lavoro tanto desiderato, l'apparizione di uno zio lontano pronto a lasciarti un'eredità insperata piuttosto che l'improbabile ma plausibile vincita alla lotteria. Ma non stiamo parlando solo di sogni, perché spesso si attende per una vita di fare delle scelte importanti perché troppo impegnati a correre nel quotidiano. Insomma, la pratica dell'attesa, e del paradosso rispetto ai ritmi di vita dei nostri tempi, a mio modestissimo parere, è sempre più cosa notata ma scarsamente riconosciuta.

"La vita è un'eterna corsa che si svolge sul circuito dell'attesa" - Simone Nardone

lunedì 1 dicembre 2014

Aforirmi: La mediazione

Dal vocabolario della lingua italiana:
"Mediazione: azione esercitata da una persona (fisica o giuridica) per favorire accordi fra altre o per far loro superare i contrasti che le dividono".

Fin dai tempi più antichi la mediazione, soprattutto in campo politico e commerciale, è stata vista come un'arte. Un'arte, che impone, oltre ad uno studio strategico approfondito delle parti anche una capacità nel trovare un punto equamente vantaggioso a coloro che necessitano di una circostanza di mediazione.
Nella vita di tutti i giorni (a volte anche nei massimi sistemi), l'atto della mediazione, è un vero e proprio momento di messa in discussione personale, perché spesso ci troviamo a mediare con qualcuno per ottenere "vantaggi" per noi stessi e non per conto di terzi.
Per questo la mediazione diventa una vera e propria sfida. Prima di tutto nel cercare di proporre qualcosa di vantaggioso a chi si trova dinanzi a te, uscendo personalmente non sconfitto dall'atto formale. Secondo perché devi cercare di andare ad intercettare le istanze dell'altro, nell'arduo tentativo di "vestire i panni dell'altro", senza venir meno alle tue pretese/ambizioni "senza spogliarsi dei tuoi".

"Mediare è una sfida: devi saper vestire i panni dell'altro senza spogliarti dei tuoi" Simone Nardone