Pubblicato su 26lettere.it l'8 aprile 2013
Ci piace il nostro mondo
oggi? Il funzionamento dello stato e quello dell’economia? Al di là della crisi
economica internazionale, sono in pochi che oggi hanno in mente un sistema che
funzioni diversamente da quello attuale, e questo sistema ha una mamma, che si
chiama Margaret Thatcher.
La donna che
raffigurava lo stato. La Lady di ferro,
quella donna, che nel bene o nel male ha scritto, insieme a Ronald Regan (il
padre del nostro sistema), ciò che siamo diventati. Probabilmente Margaret
Thatcher è stata la donna più importante e più influente della storia
contemporanea, influenzando un’intera generazione e un emisfero politico.
Pensate a tutti i paesi dell’Europa che non hanno conosciuto direttamente la
figura della grande lady nel proprio sistema politico, come ad esempio
l’Italia, dove in tanti si sentono ancora orfani della grande rivoluzione liberare.
Senza di lei, forse, ora in ogni campagna elettorale che si rispetti non
parleremmo di privatizzazioni e di liberalizzazioni, pane quotidiano di ricette
di politica economica.
Una donna, un
politico. La chiamavano “la figlia del
droghiere” nel suo partito, quasi in senso dispregiativo, per le umili
origini. Una donna che ha cambiato il volto alle istituzioni moderne, anche in
virtù del volto diverso che ha saputo dare alle donne in politica. Ma
soprattutto, la faccia di una persona comune, con origini comuni, in un
partito, tradizionalmente conservatore dove il titolo o il cognome erano da
sempre una garanzia per l’affermazione, per la carriera. Ma allo stesso tempo
la donna dal pugno duro e deciso, con i sindacati – nemici storici –
ma anche con le opposizioni e con i rivali di partito.
Semplicemente una
donna lei che diceva che “Essere
potenti è come essere una donna. Se hai bisogno di dimostrarlo vuol dire che
non lo sei”. Quando si parla della grandezza della portata
storica di alcune figure si rischia sempre di dimenticarsi del fatto che ognuno
di noi, o di loro, è semplicemente un uomo o una donna. E la Thatcher, anzi, la
vita di Margaret ce lo hanno dimostrato in pieno. Al vertice delle grandi
decisioni del mondo per oltre un decennio, la donna più influente della Gran
Bretagna dopo la regina Elisabetta, poi la vita nell’ombra, quella normale,
fino alla malattia quasi irriverente dell’alzheimer, e poi la morte;
compianta dal mondo, già di diritto nella storia, ma unica e discreta, con quelle
volontà che chiedono di evitare la camera ardente. Un esempio, uno stile, una
speranza che di uomini e donne tanto comuni quanto speciali, ne nascono ogni
giorno nelle famiglie meno accreditate e ne muoiono in ogni momento nei più
comuni letti di ospedale.
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