venerdì 5 aprile 2013

Mi scusi Presidente...


Pubblicato su 26lettere.it il 04/04/13

Nell’immaginario collettivo, il Presidente della Repubblica italiana è ormai non solo un’istituzione – tra l’altro una delle poche che ancora ‘regge’ come gradimento – ma anche un ruolo di responsabilità politica e sociale. Eppure questo mito del presidentissimo lo stiamo pian piano lasciando cadere.

Siamo lontani dalla figura professionale, distinta e discreta del primo presidente Luigi Einaudi, ma anche da quella più umana e alla portata del popolo di Sandro Pertini. Poi ognuno ha un presidente che porta nel proprio cuore, per qualcosa che ha fatto, che ha detto o per il periodo in cui ha ricoperto il suo incarico.
Oggi, però, siamo quelli che sono stanchi di nomi, ipotesi o personaggi politici più o meno blasonati che possano arrivare al Quirinale. Già, perché malgrado l’irriverente e carinissimo film di Bisio “Benvenuto Presidente”, in molti vorrebbero come prossimo primo cittadino italiano, uno qualunque, un italiano medio, un Giuseppe Garibaldi qualsiasi che faccia sentire la propria personalità vicina alla gente. Nella giornata di ieri si vociferava di come media e politici tedeschi auspichino ad un governo italiano – sempre nella speranza che si formi – che parli al cuore della gente come il nuovo pontefice Francesco. Personalmente, penso che nell’attesa quasi snervante della nascita dell’esecutivo noi cittadini dovremmo premere sull’opinione pubblica per avere un Presidente della Repubblica di questo calibro.

Può sembrare che non ci sia in questo momento la persona giusta. Si fanno tanti nomi, uomo o donna, relativamente giovane o più anziano, politico o fuori dalla mischia. Il punto è: tocca a noi, cittadini e opinione pubblica individuare il Presidente della Repubblica nella più importante elezione indiretta del nostro paese? 

Probabilmente no. Visto che si accusa costantemente la classe politica di essere alla finestra, di guardare ma non agire, forse è il caso di dettare le condizioni, far capire le aspettative, e poi lasciare a loro l’onere di individuare la persona giusta, in quella che non può essere, specie in questo momento, una scelta di parte, bensì ampiamente condivisa.

E intanto il 18 aprile si avvicina. 

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