lunedì 4 giugno 2018

Elezioni, L’indecisione formiana e il possibile ballottaggio

da www.h24notizie.com

3 giugno 2018

di Simone Nardone

Il ballottaggio a Formia è quasi una costante, forse sarà per questo che hanno deciso che San Giovanni del 24 giugno sia una festa solo religiosa. Perché al di là di quello che si dice, che si mormora, di cui si parla sottovoce nei bar o negli occhielli degli articoli, tutti hanno la percezione che potrebbe non bastare il 10 giugno per decidere chi è che diventerà primo cittadino per i prossimi cinque anni.
Oggettivamente, dopo le infinite sfide tra Sandro Bartolomeo e il compianto Michele Forte, queste saranno le prime elezioni dove nessuno di questi nomi non appariranno ai formiani sulla scheda elettorale dopo molto tempo. Un anno zero, che comunque non può che portarci ad osservare come erano andate le cose cinque anni fa.

Tutti, o comunque in molti, credevano che al ballottaggio potessero arrivare addirittura i due esponenti di area centro-destra Picano e Costa. Non fu così, perché seppur il margine in termini di voti del primo turno vide avanti Costa con il 28,53%, al secondo posto arrivò Bartolomeo con il 25,41%, poco più di seicento voti sopra quelli ottenuti da Picano.Il 26 maggio 2013, si erano recati al voto in 24.538, pari al 74,1%. All’epoca erano addirittura in 8 a cercare di battere la strada verso la fascia tricolore. In competizione risultavano il sindaco uscente Sandro Bartolomeo con una coalizione di centrosinistra, Maurizio Costa a capo di una larga aggregazione moderata e centrista, Erasmo Picano a guidare il centrodesta, la civicaPaola Villa unica ad essere in corsa dopo cinque anni, Benedetto Assaianteper una lista civica accreditata a destra, Paolo Costa per il Movimento Cinque Stelle, Augusto Ciccolella per una lista dalla denominazione moderata ma di ispirazione civica e Gennaro Varriale per Rifondazione Comunista.
Il secondo turno regalò un altro spaccato di Formia che passò attraverso il crollo dell’affluenza, che dal 74,10% arrivò al 56,93% con Bartolomeo che ribaltò lo scarto di quindici giorni prima chiudendo la partita al 51,16%.
Oggi assistiamo ad una partita diversa. Dove il centrodestra è spacchettato dalle civiche, ma dove i partiti sono coalizzati, seppur ciò non vuol dire che i voti di allora di Costa e Picano ricadano in automatico su Pasquale Cardillo Cupo. Come non si può né sapere, né tanto meno ipotizzare che Claudio Marciano, con due liste in meno e dopo i problemi dell’amministrazione Bartolomeo prenda i suoi stessi voti. Ma soprattutto, è difficile dare un peso specifico a Paola Villa, che molti temono e che nel 2013 non era andata oltre il 12,42%. Come lei, tutti sono curiosi di Antonio Romano e dei Cinque Stelle, se sfonderanno, o almeno se riusciranno ad avere una buona affermazione, a fronte di quel poco incoraggiante 3,20% che alla scorsa tornata non valse neppure mille voti. E poi ci sono Gianfranco Conte e Mario Taglialatela, che di certo non hanno né voglia né intenzione di passare per quelli che hanno osservato da spettatori. Ma il bello è che può succedere questo o l’esatto contrario, o altro ancora. Ma vista la pluralità nell’offerta politica e l’indecisione formiana, potrebbe anche essere che si torni al voto il 24 giugno per il secondo turno
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